L’assessore stakanov salta dalle unioni civili ai mercatini di Natale
«Celebro tutte le unioni civili. Non c’è nessun problema. Vengo dal Popolo delle libertà». Lorenzo Giorgi, assessore dalle otto deleghe (dal patrimonio ai mercati), è pronto a prendersi anche quella relativa all’applicazione della legge Cirinnà in vigore dal 5 giugno. «Ho chiesto un crocifisso per il mio ufficio. Per ora ne uso uno piccolo preso a Rio de Janeiro anche se non vado in Chiesa. A volte neanche a Natale». L’obiezione di coscienza non gli appartiene come stato mentale.
Il suo attivismo è leggendario. Il suo entusiasmo contagioso. Ha preso possesso di un ufficio (stanza 93) al secondo piano del Municipio (con vista su Miramare ovviamente) già venerdì pomeriggio dopo la presentazione della giunta in piazza Unità e prima di correre alla “Sagra de la sardela” che organizza dal 1997. Giorgi è il re di Campanelle e ha un’autentica passione per i rioni. Il decentramento è un’altra delle sue deleghe.
Sabato sera era già operativo per la Notte dei saldi assieme agli uffici dell’assessorato al Commercio (altra sua delega). Lunedì, primo giorno in assessorato, la giornata è iniziata alle 7.50 e terminata alle 22.45. Stakanovista come pochi. «Fare parte della giunta Dipiazza è la soddisfazione più grande» assicura. Ha atteso dieci anni questo momento. Nel 2006 sfiorò l’incarico, ma dovette cedere il posto a una donna. Per legge, non per cavalleria. «Sono stato assessore un pomeriggio per due ore. Ho sofferto. Dipiazza aveva davanti la scelta tra me e Rovis. Ha deciso di fare uscire me. Ma ho un merito...».
Quale?
Ho dato avvio a una carriera politica importante. Sandra Savino l’ho inventata io.
Davvero?
Dipiazza era indeciso tra lei e la professoressa Pagnini. Io gli ho suggerito Sandra che aveva dieci anni in meno di adesso. Era un volto nuovo.
Dipiazza, insomma, si può fidare di lei.
Con me può mettere non la mano, ma la testa sul fuoco.
In campagna elettorale ha parlo di ecatombe del commercio a Trieste.
Sono stati persi 3mila posti di lavoro. Il commercio deve tornare ad essere il motore di questa città.
Ci sono delle responsabilità da parte della giunta precedente?
Sicuramente il settore paga alcune scelte sbagliate di giunta. Edi Kraus è un imprenditore di grande successo, ma fare l’assessore è una cosa diversa. L’assessore deve essere al servizio degli uffici. Non il contrario.
Quale misure vanno adottate per rilanciare il settore?
Il Comune può agire sui soldi che i commercianti versano al Comune stesso a partire dai dehors e dall’occupazione del suolo pubblico. Nel programma sono previsti degli sgravi. Si parla anche di agevolazioni sui parcheggi.
Mercato coperto di via Carducci. Che fare?
È una cosa più unica che rara. È un vero peccato che funzioni solo la mattina per le venderigole. Presenterò un progetto per farlo diventare una vetrina della città. Va rivitalizzato portando degli eventi al suo interno.
C’è il problema dei rioni.
Esatto. Il commercio non è solo centrocittà. In questi anni il commercio rionale è morto. Abbiamo dei rioni dormitorio.
Cosa si può fare?
Bisogna mettere mano al piano del commercio. Cambiare la sua filosofia. Devo offrire alla gente motivi per andare nelle periferie. Si può cominciare decentrando alcuni eventi. Negli anni scorsi si è fatto poco o nulla nei rioni.
Un decentramento spinto?
Sarò l’ossessione dei presidenti di circoscrizione. Voglio lavorare a stretto contatto con loro. Chiederò un grosso sforzo su commercio. Fare il presidente di circoscrizione è come fare il prete.
Quindi?
Voglio organizzare momenti di aggregazione nei quartieri. Voglio portare la gente nei rioni. Non dico di fare la notte dei saldi in ogni rione, ma costruire degli eventi appositi sì.
Che fine farà il mercato ittico?
Grazie alla proroga della Regione abbiamo tempo fino al 29 agosto per dire dove andrà. C’è l’ipotesi di Valmaura.
Ma non è sicura?
Diversi operatori mi hanno detto che i camion non riescono a girare. Dovrò fare un sopralluogo.
E il mercato ortofrutticolo di Campo Marzio?
Ho il mandato del sindaco per liberare al più presto l’area di Campo Marzio perchè lì vuole fare tutt’altro (un centro termale, ndr).
E quindi?
Noi vorremmo riunire i due mercati: quello ortofrutticolo e quello ittico.
Non tornerà buona la sede di via Brigata Casale?
Quella era una vera follia.
Perchè non riportare i pesci nella storica Pescheria? la giunta precedente voleva metterci i libri.
Sarebbe bello e romantico. Ma chi spiega alla Corte dei conti i soldi spesi per il centro espositivo?
Cos’è questo assessorato al Volontariato?
Non c’è nessuno nel Comune che si occupi di questo. Mi sono reso disponibile a essere una figura di riferimento del volontariato cittadino.
Il Natale in piazza Unità. Tonerà il “cinepanettone” di Dipiazza?
È la prima cosa di cui si è raccomandato Dipiazza con una manata sulla spalla: una fila di alberetti da una parte e una dall’altra. Quell’immagine che ha fatto il giro del mondo...
Niente più Natali “sovietici”.
È stato il primo sbaglio dell’amministrazione Cosolini. Io, invece, voglio potenziare l’evento del Natale.
In che senso?
Vorrei portare il mercatino di Natale in piazza Unità. Spero di convincere Dipiazza. Nel giro di un paio d’anni Trieste deve entrare nel ricco circuito turistico dei mercatini di Natale. Il mercatino deve diventare una cosa di alto livello che porta i turisti a Trieste. Un mercatino con due palle così, per dire.
Palle di Natale?
Enormi, ovvio.
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