L’assessore Riccardi assicura l’autonomia del Burlo di Trieste: “Nessuna fusione”
Il vicegovernatore chiude la partita in Consiglio regionale: «I nostri atti smentiscono accorpamenti con l’Asugi»
TRIESTE «Nessun atto ha mai previsto la fusione tra l’Irccs Burlo Garofolo e l’Azienda sanitaria universitaria giuliano -isontina». Il vicepresidente della Regione Riccardo Riccardi ha smentito ieri qualsiasi ipotesi relativa a una possibile fusione fra l’Asugi e l’istituto materno-infantile di Trieste, e lo ha fatto ufficialmente durante i lavori del Consiglio regionale rispondendo a una domanda diretta del consigliere triestino del Movimento 5 Stelle Andrea Ussai.
Il tema era emerso un paio di settimane fa in occasione di un convegno della Uil nel corso del quale si era parlato di esperienze simili in altri territori italiani. Subito era scattata da più parti – anche dai vertici del Burlo medesimo – una richiesta alla Regione di “blindare” l’autonomia dell’Irccs. Riccardi in aula ha sottolineato che «le amministrazioni parlano per atti che sono molto chiari. Le opinioni espresse in un convegno non possono certo determinare la fusione tra il Burlo e l’Asugi». Una fusione che, «eventualmente, andrebbe comunque approvata dallo stesso Consiglio regionale. Ipotesi che finora nessuna forza politica ha mai proposto e che le deliberazioni prese nel tempo da diverse istituzioni di questa Regione smentiscono in modo categorico andando nel verso opposto».
Il vicegovernatore con delega alla Salute ha inoltre citato le iniziative intraprese in merito dall’attuale giunta. A cominciare dalla «legge regionale 27 del 2018, che delinea l’assetto istituzionale e organizzativo del sistema sanitario regionale», e che «conferma che il Burlo è un ente autonomo dotato di personalità giuridica e di diritto pubblico. Una norma che può essere modificata solo dal Consiglio regionale. Oggi l’Irccs è qualificato come presidio ospedaliero specializzato nell’area materno-infantile. Viene potenziato il ruolo di hub per il territorio regionale attribuendo a questo istituto – ha specificato ancora Riccardi – le funzioni ospedaliere dell’area materno-infantile relativamente a pediatria, ostetricia e ginecologia per il territorio di competenza dell’Asugi, da svolgersi, oltre che nella sede di Trieste, anche nei presidi ospedalieri di Gorizia e Monfalcone».
Soddisfatto della smentita il consigliere Ussai, il quale ha comunque evidenziato come «lo stesso direttore generale Stefano Dorbolò, nell’audizione in Commissione consiliare, abbia rimarcato il sottofinanziamento che ha portato a gravi criticità nella gestione delle attività essenziali e nessuna possibilità di sviluppo, oltre alla necessità, rispetto al trasferimento a Cattinara, di ricerca di nuovi spazi. L’assessore ha citato una serie di funzioni attribuite per delibera al Burlo ma, ad esempio, la carenza di personale nel servizio di Diagnosi prenatale impedisce attualmente all’Irccs di continuare a essere punto di riferimento per gli ospedali della regione»
Riproduzione riservata © Il Piccolo