L’assalto web alla sanità sferrato da un sedicenne

Minorenne friulano appartenente ad Anonymous indagato come responsabile della campagna contro le prassi italiane sul Disturbo da deficit di attenzione
La maschera simbolo di Anonymous
La maschera simbolo di Anonymous

UDINE. La polizia postale lo ritiene il principale responsabile dei recenti attacchi informatici ai siti delle aziende sanitarie, a causa dei quali sono stati resi pubblici i dati sensibili dei pazienti. Protagonista un sedicenne conosciuto nell’ambiente con il nickname di “Artek”.

Gli agenti nella mattinata di ieri hanno eseguito perquisizioni a Udine, dove il ragazzo risiede insieme alla madre, e a Venezia dove ha domicilio il padre, un ingegnere informatico.

I fatti contestati si riferiscono alla campagna denominata #OpSafePharma, lanciata dal noto movimento Anonymous il 16 marzo, e consistente in attacchi informatici di diversa natura, quale forma di protesta contro le prassi della sanità in materia di “Disturbo da deficit di attenzione/iperattività”.

La campagna aveva portato a violare diversi siti, tra cui l’Istituto superiore della sanità, il Ministero della salute, le Asl di numerose Regioni e le Asl locali. Attraverso gli attacchi informatici la campagna di Anonymous aveva non solo reso inagibili i siti destinatari, ma reso pubblici diversi dati sensibili estratti dai database ad esempio dell’Aifa e della Croce Rossa Italiana.

«Salve. Noi siamo Anonymous – così si rivolgeva l’hacker udinese – e con questa operazione vogliamo rivendicare i diritti dei nostri cittadini, in particolare coloro che vengono etichettati nelle peggiori maniere. Etichettati da chi? Etichettati dai medici, ovvero da neuropsichiatri, psicologi e da tutto il compartimento che riguarda in generale i servizi sociali, soprattutto nell’ambito minorile. Le etichette sono iperattività, ipercineticismo, disturbi della condotta, disturbo ossessivo compulsivo e disturbo oppositivo provocatorio, dove le persone (soprattutto in età minorile) vengono certificate con la Legge 104/2. L’operazione vuole rivendicare i diritti di chi questi disturbi non li ha e quindi di questo certificato non necessita. Anonymous con #OpSafePharma vuole rivendicare i diritti di queste persone, non sopprimerli, perchè se una persona richiede la legge 104/2, dopo che viene attentamente considerato il caso di certificarla, e lei la richiede, è giusto che venga applicata. Solo quando uno chiede aiuto va aiutato. Ma quando uno è perfettamente sano e non ne ha bisogno, allora non si può forzare alla cura».

«In primis – così si concludevano i messaggi – le associazioni di cura, possono andare a “quel paese”, ci lucrate sopra e basta! Siete proprio dei simpaticoni con i vostri numeri di telefono stile Vanna Marchi “Chiama lo 0***** e cura tuo figlio con i nostri fantastici farmaci e specialisti, soddisfatti o rimborsati. Arrivederci. We are Anonymous, we are a Legion, we don’t forgive, we don’t forget. #Expect us».

Le successive indagini, come poi si è scoperto, hanno messo in luce il disagio profondo vissuto dallo stesso minore rispetto al fatto di possedere un disturbo complesso quale è la sindrome da deficit di attenzione e iperattività. Già a 13 anni si era reso responsabile di altri attacchi informatici. Facendo combaciare questi dati, e visti i precedenti, il Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche del servizio polizia postale ha indirizzato le proprie indagini verso il 16 enne udinese, ricostruendo lo scenario nel quale aveva pianificato gli attacchi, realizzati per sostenere la propria causa e acquisire, allo stesso tempom, sempre maggiore credito da parte dei vertici di Anonymous.

Una volta certi di avere identificato “Artek”, gli investigatori hanno proceduto insieme al personale della polizia postale di Venezia, Trieste ed Udine alle perquisizioni e al sequestro di diverso materiale informatico, per lo più criptato.

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