L’assalto delle orate alle cozze distrugge la miticultura
Orate indiavolate a Stagno Piccolo (Mali Ston), abitato della Regione raguseo-narentana, dove le regine del mare sono da tempo la iattura dei proprietari di impianti di mitilicoltura. In quest’area della Dalmazia meridionale i “pedoci” rappresentano una delle attività economiche principali, potendo contare su insenature ben protette da quasi ogni vento e con sorgenti di acqua dolce che ne favoriscono la crescita. Purtroppo per gli allevatori di Stagno Piccolo le orate sono quotidianamente presenti nelle strutture, con scorpacciate che in queste ultime settimane hanno causato danni gravissimi.
Questo pregiato pesce, fortemente ambito dai pescatori professionisti e dilettanti, riesce ad eludere tutti i sistemi protettivi intorno agli impianti, evitando accuratamente di finire nelle nasse. Oltre a papparsi quintali e quintali di cozze, le orate mostrano uno spiccato interesse anche nei riguardi delle ostriche, riuscendo a frantumare i gusci senza particolari problemi e in breve tempo. La scorsa settimana, branchi enormi di pesci hanno mangiato in una sola notte circa una tonnellata e mezza di “pedoci” all’allevatore Boris Franušic, procurandogli un danno di circa 2 mila euro.
«Non ho mai visto una cosa del genere – ha dichiarato Franušic ai giornalisti dalmati – si tratta di un’invasione alla quale non si può porre rimedio. In passato non abbiamo mai avuto a che fare con una simile moltitudine di orate, che riusciamo a prendere solo all’amo o grazie alle reti. In una notte, grazie a canne o al bolentino, si possono mettere a pagliolo da 15 a 20 chili di orate, ma questo non risolve minimamente i nostri problemi. Ogni anno mi distruggono il 30 per cento del raccolto».
A detta di Mario Radibratovic, presidente della sezione allevatori di bivalvi della Camera d’economia ragusea, le orate hanno ridotto il numero di allevatori di Stagno Piccolo, portandolo da 90 a 40. «Il clima è sempre più caldo – ha aggiunto – a Stagno Piccolo non hanno nemici naturali e vanno in frega sempre più tardi e non purtroppo nel mese di ottobre. Quest’anno sono rimaste nella nostra insenatura anche nel mese di gennaio. Mi hanno detto che un paio di giorni fa alcuni pescatori del luogo hanno preso nelle loro reti ben 307 chili di orate. I biologi marini mi hanno confermato che la popolazione di orate è sempre più numerosa nelle acque dell’Adriatico orientale». Proprio in questi giorni un crescente numero di orate viene pescato nel mare antistante l’Istria occidentale, dove il pesce sta andando in frega. Ne derivano costi sempre più convenienti nelle pescherie, con esemplari di 3-4 etti che vengono acquistati a meno di 100 kune (13 euro) al chilo.
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