L'assalto dei profughi: tocca all'Austria FOTO E VIDEO

Tensioni tra i profughi nei centri di accoglienza in slovenia per le lunghe attese: 11mila le presenze, in continuo incremento. Tende date alle fiamme, in 5mila a piedi verso Graz. Il governo Cerar mira a individuare un secondo punto di transito per la Stiria, che è in seria difficoltà
epa04988892 Austrian soldiers try to contol migrants crossing the border between Slovenia and Austria near Spielfield, Austria, 22 October 2015. Police had to open security fences in order to guarantee security for some 2.000 refugees waiting to enter Austria. Europe must boost security on its outer borders in the face of the brewing refugee crisis while finding a way to stay true to its values, delegates at a meeting of European conservative parties argued 21 October 2015. EPA/ANTONIO BAT
epa04988892 Austrian soldiers try to contol migrants crossing the border between Slovenia and Austria near Spielfield, Austria, 22 October 2015. Police had to open security fences in order to guarantee security for some 2.000 refugees waiting to enter Austria. Europe must boost security on its outer borders in the face of the brewing refugee crisis while finding a way to stay true to its values, delegates at a meeting of European conservative parties argued 21 October 2015. EPA/ANTONIO BAT

LUBIANA Poco dopo mezzogiorno alla frontiera sloveno-austriaca una marea umana di oltre cinquemila persone decide di partire a piedi verso Graz, a 50 chilometri di distanza. Qualche ora più tardi la colonna si assottiglia, man mano che i profughi in cammino si rendono conto che conviene aspettare gli autobus programmati dalle autorità di Vienna, anche se tardano ad arrivare.

La mappa della Slovenia con la rotta dei migranti: le frecce più grandi indicano i punti d'ingresso dalla Croazia e di uscita in Austria del flusso di disperati e i centri di raccolta di Brezice (vicino a Dobova, punto d'imbarco sui convogli ferroviari) e Sentilj. La freccia più piccola indica Celje da dove transitano i treni speciali diretti al confine austriaco
La mappa della Slovenia con la rotta dei migranti: le frecce più grandi indicano i punti d'ingresso dalla Croazia e di uscita in Austria del flusso di disperati e i centri di raccolta di Brezice (vicino a Dobova, punto d'imbarco sui convogli ferroviari) e Sentilj. La freccia più piccola indica Celje da dove transitano i treni speciali diretti al confine austriaco

Questo è successo mercoledì 21 ottobre a Šentilj, nell’estremo Nord della Slovenia.

Giovedì 22 ottobre, stessa storia, se non peggio: una folla immane di disperati ha preso a spingere per entrare in Austria dal valico tra la slovena Sentilj e la stiriana Spielfield. I soldati austriaci sono rimasti tutto il giorno impegnati nel complesso tentativo di arginare, con una "lotta" corpo a corpo, l'assalto di donne, bambini, anziani e uomini che volevano a tutti i costi esser lasciati passare. Tutta gente esausta ed esasperata, con viaggi lunghissimi e terribili alle spalle, che ora teme l'arrivo imminente del gelo. Per quanto possibile, le autorità austriache hanno tentato di mantenere l'ordine nelle schiere di migranti. Nella calca molti si sono sentiti male, i bambini piangevano, tutti urlavano. Scene apocalittiche.

Sono gli episodi che raccontano la pressione fortissima cui sono sottoposte Slovenia e Austria per l’esodo di migliaia di siriani, afghani e iracheni sulla rotta dei Balcani. Il tutto mentre le temperature stanno scendendo. E tra i profughi ci sono molti anziani, disabili, donne con bambini. Ormai sono circa 25mila i migranti entrati in Slovenia dalla Croazia da sabato scorso, 11mila ieri erano ammassati nei centri di accoglienza. E il flusso da Sud non accenna minimamente ad assottigliarsi, anzi.

Slovenia, i profughi incendiano le tende per protesta

Una situazione che ha creato tensione. Prima dell’episodio dello sfondamento del cordone di polizia per marciare verso Graz, la giornata in Slovenia è iniziata con un incendio al centro di transito di Brežice, poco oltre il confine con la Croazia. Esasperati dalle lunghe attese, i migranti hanno dato fuoco ad alcune delle tende che durante la notte li avevano ospitati, portando a un bilancio totale di 27 alloggi di fortuna su una cinquantina da ricostruire.

Migranti in attesa di attraversare il confine tra Slovenia e Austria
Migranti in attesa di attraversare il confine tra Slovenia e Austria

È vero che in mancanza di un sistema di riscaldamento dei falò vengono accesi in continuazione dagli “ospiti” del campo, in particolare durante la notte. Ma a Brežice, un centro concepito per poche centinaia di persone e che oggi ne accoglie diverse migliaia, c’è anche molta frustrazione. Le parole “Open! open!” (“aprite, aprite”) sono scandite a ripetizione, le uscite vengono autorizzate col contagocce. E dentro mancano persino beni di prima necessità.

Profughi, a Brezice (Slovenia) chi parte e chi arriva

Il governo sloveno però non ha voluto confermare il dolo nella conferenza stampa tenuta nel pomeriggio. «C’è sempre un forte rischio di incidenti di questo tipo, quando la concentrazione di persone è alta in un solo luogo. Ad esempio, abbiamo già avuto a che fare con piccole liti tra le diverse nazionalità presenti», ha dichiarato il segretario di Stato al ministero dell’Interno, Boštjan Šefic: «Questa gente è insofferente quando si trova bloccata e non può avanzare e, ciò, malgrado il fatto che l’approccio della polizia slovena sia molto buono», ha proseguito Šefic, prima di puntualizzare: «Stiamo aspettando il risultato dell’inchiesta della polizia, ma, per il momento, non è una priorità».

Migranti, dalla Croazia "flussi incontrollati" in Slovenia: il video dell'accusa

La priorità del governo di Miro Cerar sta infatti nei numeri di ingressi, che non si fermano. A Zavrc, una cittadina al confine con la Croazia, a qualche chilometro da Ptuj (e a Sud di Maribor), il sindaco Miran Vuk si è infuriato dopo aver assistito al passaggio di migliaia di persone attraverso il suo comune. Lo stadio locale, riporta il quotidiano croato Jutarnji List, è stato comunque scelto come centro di transito, dopo che le autorità di Zagabria hanno trasportato una parte del flusso in arrivo a Cakovec (via treno, direttamente da Tovarnik, al confine serbo), proprio di fronte a questo paesino di provincia.

Slovenia, oltre 11mila rifugiati ammassati nei centri di accoglienza FOTO E VIDEO
La mappa della Slovenia con la rotta dei migranti: le frecce più grandi indicano i punti d'ingresso dalla Croazia e di uscita in Austria del flusso di disperati e i centri di raccolta di Brezice (vicino a Dobova, punto d'imbarco sui convogli ferroviari) e Sentilj. La freccia più piccola indica Celje da dove transitano i treni speciali diretti al confine austriaco

La tensione è alta anche all’altro lato del Paese, nei pressi di Šentilj, dove si concentra il flusso in uscita verso l’Austria. Se nel primo pomeriggio un’imponente colonna di persone come detto era partita a piedi verso Graz, verso sera un’altrettanto enorme folla si è radunata davanti alle barriere issate per controllare gli accessi. «Una ventina di agenti austriaci - riporta Jutarnji - impediscono ogni movimento».

Per evitare un rallentamento eccessivo della risalita dei Balcani, la Slovenia cerca ora di trovare con l’Austria «un secondo punto di passaggio» al confine. «La cooperazione con l’Austria è eccellente», assicura l’esecutivo di Lubiana, che dice di «comprendere le difficoltà di Vienna, alle prese con 50.000 migranti».

Ma rimane il fatto che se l’Austria o la Germania dovessero ridurre il numero di ingressi giornalieri autorizzati, un “effetto domino” (parole di Miro Cerar di qualche giorno fa) si produrrebbe nella regione. E poiché dalla Croazia, gli autobus e i treni continuano ad arrivare con pressante regolarità, il parlamento di Lubiana ha deciso, su iniziativa del governo e con 66 voti a favore e soltanto cinque contrari, di autorizzare il dispiegamento dei militari alla frontiera meridionale. L’esercito sloveno è in realtà già presente da lunedì, ma dalla notte di mercoledì 21 ottobre (la nuova legge di Difesa è stata approvata mercoledì alle quattro del mattino) non sarà necessario che la polizia si trovi nei paraggi perché i soldati possano regolare il traffico dei civili così come i movimenti dei profughi. Al valico tra Harmica (Croazia) e Rigonce (Slovenia), uno dei principali sulla rotta verso Nord, l’attraversamento è vietato da martedì a ogni tipo di mezzo. Ma migliaia di persone si sono ammassate in attesa di entrare.

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