L’Ass di Gorizia a corto di personale privatizza i Cup
Assegnato l’appalto di gestione anche a Monfalcone Preoccupazione per gli otto lavoratori interinali
GORIZIA. La “faccia” dell’azienda sanitaria Isontina verrà privatizzata: ieri c’è stata l’apertura delle buste della gara d’appalto per l’esternalizzazione dei Cup (centri unici di prenotazione), ovvero gli uffici a cui gli utenti si rivolgono per conoscere i risultati degli esami o per prenotare le visite. Oggi si saprà il nome della ditta vincitrice.
Si tratta della prima grande privatizzazione realizzata in ambito sanitario nella provincia di Gorizia. La novità fa un certo effetto, anche perché investe proprio i Cup, la parte dell’Azienda che abitualmente si interfaccia con il pubblico.
Due sono le argomentazioni con cui l’Azienda giustifica la scelta: da un lato la tendenza delle aziende in tutta Italia a privatizzare i servizi non strettamente sanitari, dall’altra il vincolo sul rimpiazzo dei pensionati amministrativi imposto dalla Regione.
In sede di finanziaria regionale, infatti, Trieste ha imposto il blocco del “turn over” senza tagliare i finanziamenti ai servizi: una scelta che, nell’ambito dell’Ass, è stata vista come un suggerimento neanche tanto velato alla privatizzazione. Non potendo rimpiazzare chi va in quiescenza, diventa infatti sempre più difficile colmare le falle nel personale dell’amministrazione.
Secondo gli uffici dell’Azienda l’esternalizzazione del servizio dovrebbe comportare un costo leggermente minore rispetto a prima, ma soltanto la prova dei fatti potrà stabilire quali saranno gli effetti sulla qualità del servizio. La privatizzazione interesserà i due Cup della provincia direttamente amministrati dall’Ass, ovvero Gorizia e Monfalcone. I piccoli centri di Gradisca e Cormons invece non saranno toccati. Un capitolo a parte riguarda il destino degli impiegati attualmente assegnati ai Cup: si tratta di una trentina scarsa di persone, dei quali 8 lavoratori interinali. I dipendenti “standard” dell’Ass saranno reimpiegati altrove, andando a coprire le grandi falle apertesi negli ultimi anni. Il tasto dolente è invece quello degli interinali: si tratta di giovani lavoratori estremamente qualificati sui quali l’Azienda sanitaria ha investito anche in termini di qualificazione. La prospettiva della privatizzazione del servizio desta non poche preoccupazioni sul loro destino.
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