L’asinello Ih-Oh è affetto da distimia ma noi continueremo a leggere favole

Psicoanalizzati anche i personaggi di cartoni animati e si scoprono tante particolarità e storie 

La Bella Addormentata, Cenerentola, La Sirenetta e tante altre storie che hanno accompagnato l’infanzia di ogni bambino sono anche elementi dello studio psicologico. Come affermato dalla psicologa Ilaria Cadorin: «Nei cartoni animati, infatti, l’aspetto psicologico diventa una possibile chiave di lettura di comportamenti e modi di fare o di essere anche patologici, ovvero che deviano l’equilibrio».

Tra i vari comportamenti vi possiamo riconoscere alcuni disturbi come ad esempio la disposofobia, ovvero il bisogno ossessivo compulsivo di acquisire e conservare un’enorme quantità di oggetti oppure l’ipersonnia idiopatica, un disturbo cronico del sonno caratterizzato da eccessiva sonnolenza.

Ma questa è solo una piccola parte di tutta la verità che si gela dietro ogni storia. Persino il dolce mondo di Winnie the Pooh, in realtà, presenta una storia amara e di freddi rapporti familiari. Questa storia fu narrata dallo scrittore Alan Milne, ispiratosi dal figlio Christopher Robin Milne e dai suoi peluche che la madre gli regalava.

Ciò di cui non tutti sono a conoscenza è che ogni amico di Winnie e lo stesso orsetto presentano un disturbo mentale comune. Tigro, ad esempio, soffre di un disturbo da deficit d’attenzione e iperattività: non riesce a stare fermo, a prestare attenzione e parla in continuazione. L’asinello Ih-Oh, al contrario, è affetto da distimia, una depressione cronica che annulla la gioia di vivere, mentre il celebre orsetto Winnie ha disturbi alimentari e anche problemi di autostima.

Un caso particolare e in un certo senso insolito è la favola La Bella e la Bestia, in cui una giovane ragazza viene imprigionata da un mostro del quale, nel corso della storia, si innamora. Questo suo comportamento riporta alla Sindrome di Stoccolma che descrive l’attaccamento e dipendenza di una vittima nei confronti del carnefice. Persino la bambina Alice nel Paese delle Meraviglie è considerata in preda a un disturbo schizoaffettivo che si distingue per: allucinazioni, deliri e soprattutto alterazioni dell’umore, identificandosi come disturbo psicotico che consiste nella perdita della realtà. Per questo motivo l’esperienza di Alice, più che un sogno, è un’allucinazione popolata da personaggi pazzi e surreali.

Ciò non significa che questi disturbi siano presenti solamente nei cartoni più datati: anche quelli dei giorni nostri ne presentano alcuni, come l’amato Spongebob il quale sembra affetto dalla Sindrome di Williams-Benren, una malattia genetica rara che si manifesta in un carattere estremamente socievole ed estroverso dell’individuo. Chi ne è affetto dimostra un’elevata empatia nei confronti di chi lo circonda e un grado di amichevolezza inadeguata per delle normali relazioni sociali.

Queste sono solo alcune riflessioni della psicologia che per alcuni possono esser ritenute plausibili. Ma ciò di cui si è certi è che i cartoni animati ci accompagneranno sempre nella nostra infanzia e che non ci stancheremo mai di guardare o leggere una fiaba o una favola perché ci fanno ritornare bambini quando il mondo era tutto un cartone animato. —

Nicole Boschetti

Classe 4G

Liceo Petrarca

Riproduzione riservata © Il Piccolo