L’asinella Bora sta male si tenta di tutto per salvarla

Per l’animale preso a bastonate da ignoti introdottisi nell’azienda Le trenta mule c’è la sospetta frattura del bacino. Giunte offerte di aiuto da cliniche veterinarie

/SAN CANZIAN

Si sta facendo di tutto a San Canzian d’Isonzo per cercare di salvare Bora, l’asina di 8 anni presa selvaggiamente a bastonate nella notte tra sabato e domenica da alcune persone introdottesi nell’azienda agricola Le trenta mule, affacciata sull’ex Strada provinciale 2, alle porte del paese. Nel pomeriggio di ieri la veterinaria Francesca Costa, che segue l’animale e gli altri equini accolti nell’area agricola, ha effettuato delle radiografie a una sospetta frattura del bacino. Sottoposta comunque a nuove flebo nella giornata di ieri, Bora mangia, ha vicino la sua piccola di sei mesi, Aida, ma ancora non riesce ad alzarsi.

«Cercheremo di fare di tutto per evitare che muoia», ha detto ieri Bruno Tirel, marito della titolare dell’azienda, Jessica Sponton, e patron dell’Ostaria da Bepi Meo. Da cliniche veterinarie di Piacenza e della Toscana sono arrivate offerte di aiuto, che saranno valutate in questi giorni. Intanto ieri si è deciso di cercare di sollevare l’asina per verificare in modo più preciso quali siano le sue condizioni, comunque più gravi di quanto i titolari dell’azienda pensavano, dopo che, a metà settimana l’asina aveva ripreso a mangiare.

«La capacità di recupero dipende da soggetto a soggetto – spiega Damiano Baradel, che gestisce a Terranova, frazione di San Canzian, il Centro di recupero della fauna selvatica ed esotica –. Ognuno ha il suo carattere e gli asini sono animali forti, con una grande resilienza, ma dipende se ci sono danni a livello muscolare e osseo e di quale entità».

Baradel nel suo centro ha visto transitare migliaia di animali, alcuni arrivati proprio in seguito a maltrattamenti e a sequestro, come il cammello e la bufala che sono ancora ospiti della struttura. «Quanto accaduto è orribile e tristissimo, ma purtroppo ci sono ancora persone che non considerano gli animali esseri senzienti», aggiunge Baradel. Comunque non tengono conto delle conseguenze, perché il Codice penale prevede per il maltrattamento degli animali la pena della reclusione da 3 a 18 mesi o la multa da 5 mila a 30 mila euro. E la pena è aumentata della metà se dai maltrattamenti deriva la morte dell’animale. È quanto rischiano di dover “pagare” i responsabili dell’aggressione, se individuati dai Carabinieri di San Canzian d’Isonzo, che sul caso stanno indagando, dopo che la titolare dell’azienda agricola ha sporto denuncia contro ignoti.

Sulla bruttissima vicenda è intervenuta ieri anche la senatrice della Lega, Raffaella Marin, da sempre attenta al benessere degli animali, definendo uno «sconcertante atto di vigliaccheria» il raid messo a segno nell’azienda agricola. «Gesti vili e vergognosi di soggetti che mi auguro verranno individuati e puniti – afferma la senatrice –. Le aggressioni ingiustificate di questo genere su poveri animali indifesi meritano lo sdegno di tutti». Solidarietà a Tirel e Sponton è stata espressa in questi giorni anche dalla consigliere M5S Ilaria Dal Zovo.—

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