L'asina Bora è quasi guarita dopo le botte
SAN CANZIAN I segni della brutale aggressione subita nell’azienda agricola XXX Mule di San Canzian d’Isonzo tra il 12 il 13 dicembre sono ancora visibili, ma l’asina Bora si gode il sole e l’erba della mattina di fine gennaio. Ma anche la compagnia della piccola Emy, la figlia di Bruno Tirel e di Jessica Sponton che hanno creato la realtà affacciata lungo l’ex Strada provinciale 2 alle porte del paese perché diventi una fattoria didattica, in cui innanzitutto i bambini possano entrare in contatto con gli animali. Bora ora sta in piedi da sola senza grandi difficoltà, mentre bruca il prato, ma il bacino, dove ha subito una microfrattura provocata dalle bastonate, non è ancora del tutto a posto. Nei punti in cui è stata picchiata manca ancora il pelo, ma il peggio è davvero passato, anche se la strada per il recupero totale non è ancora conclusa.
L’asina per ora, quindi, può sempre contare sul ricovero notturno ad hoc realizzato a metà dicembre per proteggerla dal freddo e favorire un recupero più veloce. All’interno del gazebo chiuso ai lati ci sono sempre delle lampade riscaldanti, che alla fine hanno aiutato anche Bruno Tirel e chi, come l’amico Lorenzo Smania, si è fermato per dieci notti consecutive per tenere sotto controllo l’asina, intervenire per curarla, ed evitare allo stesso tempo eventuali nuove intrusioni.
«Adesso passiamo alla sera tardi per vedere se tutto è a posto, ma abbiamo nel frattempo installato un punto luce, per illuminare la zona del recinto dove si trovano gli asini, le capre e le pecore – spiega Tirel –, e un sistema di videosorveglianza». Ora, però, si guarda soprattutto alla primavera e a un periodo in cui si potrà aprire la fattoria a quanti hanno chiesto di venire a salutare Bora di persona. «E sono davvero in tanti», afferma Tirel che con Jessica vuole ringraziare di nuovo quanti hanno dato una mano per salvare l’asina, come la veterinaria Francesca Costa, ma anche molti sancanzianesi, e non solo.
C’è chi, come “Nino Bola”, cioè Ernesto Bonazza, è arrivato con il suo trattore anche tre volte al giorno per mettere in piedi Bora usando delle imbracature, e chi, come gli esercenti del paese, ha donato carote e pane. In tanti, anche singoli cittadini, hanno contribuito anche con una piccola donazione sul conto corrente aperto alla Bcc di Fiumicello per raccogliere i fondi necessari a coprire le spese sostenute nell’ultimo mese. «Abbiamo ricevuto anche una lettera da una signora di Gorizia che non utilizza i social e ha voluto esprimerci la sua solidarietà, scrivendoci», sottolinea Tirel. La petizione lanciata sulla piattaforma Change.org per chiedere di individuare i responsabili dell’aggressione ha invece raccolto quasi 2. 200 adesioni. —
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