L’Asi-Nidec è in crisi 300 esuberi in Italia e Monfalcone trema

Ma per sapere i numeri bisognerà attendere il 15 febbraio I sindacati: «Piano inaccettabile, sì ai contratti di solidarietà»
Di Giulio Garau
Altran Mf-Operai contro Illy
Altran Mf-Operai contro Illy

Trecento esuberi su un migliaio di dipendenti del gruppo Asi-Nidec in tutta italia. Per Monfalcone, dove lavorano in 450 persone, ancora nessun numero ufficiale: bisognerà attendere il 15 febbraio per capire quanto inciderà il taglio. Ma i sindacati hanno già fatto sapere che considerano il piano «zinaccettabile» e hanno lanciato la loro controproposta: «contratti di solidarietà».

L’ad del gruppo, Claudio Andrea Gemme, aveva anticipato che la crisi è molto grave, che c’è la concorrenza sleale dell’Asia, che le vendite di motori elettrici stanno andando male e che sarebbe satato necessario un piano di dontenimentol dei costi con cassintegrazione e forse esuberi. Ieri a Milano, all’incontro dei vertici dell’azienda con il coordinamento delle organizzazioni sindacali e delle Rsu, l’annuncio ufficiale del varo del piano con cassintegrazione straordinaria che toccherà gli stabilimenti di Monfalcone, Milano, Genova e Vicenza. Solo per quest’ultimo sito l’azienda è andata più nel dettaglio annunciando che sarà chiusa una parte dello stabilimento, mentre per Monfalcone ora ci sono soltanto voci, non confermate, di circa 80 esuberi.

«Già dallo scorso incontro avvenuto in novembre sapevamo che la situazione era difficile - spiega maurizio Vesnaver delle Rsu presente a Milano con i colleghi Christian Battistel, Attilio Coppola e i segretario della Fiom Thomas casotto e della Fim Gianpiero Turus - ci eravamo dati un nuovo appuntamento a inizio anno per vedere come andava. Purtroppo c’è stato un calo notevole di ordini, il portafoglio commesse è molto povero e l’azienda ci ha detto che è costretta a prendere delle contromisure dolorose. Il 2012 si chiude molto male, ma il 2013 inizia ancora peggio». Asi-Nidec deve dunque fare «passi indispensabili per la riduzione dei costi e per dare più competitività ai suoi prodotti».

«Ci hanno detto che in tutto il gruppo ci sono 300 esuberi che andranno gestiti da fine marzo, quando terminerà la cassa integrazione ordinaria - spiega Vesnaver - e dall’inizio di aprile inizierà la cassa integrazione straordinaria nei quattro siti del gruppo. Centocinquanta persone a zero ore, 150 a rotazione per 12 mesi. Contemporanemente l’azienda mettà in piedi un piano di riduzione dei costi oltre a chiudere metà stabilimento di Vicenza». Per ora c’è la fotografia di gruppo, per i singoli stabilimenti invece bisognerà attendere il 15 febbraio, data del prossimo incontro sindacati-azienda a Milano. C’è molta preoccuopazione tra i lavoratori a Monfalcone anche perchè negli anni sono già stati fatti dei tagli ed ora forse nemmeno una decina di persone sono “vicine” alla pensione e la situazione rischia di diventare pesante.-

«Come Rsu consideriamo inaccettabile la proposta dell’azienda - spiega Vesnaver - abbiamo fatto una contropoposta, l’utilizzo dei contratti di solidarietà al posto della cassa integrazione per salvaguardare il reddito e i psiti di lavoro. E non siamo soddisfatti nemmeno perchè accanto al piano di risparmio non sono state illustrate le strtegie per far tornare il lavoro il prossimo anno, non c’è nulla sulla scelta dei prodotti e sugtli investimenti per la ricerca e sviluppo». Il 15 febbraio c’è il nuovo vertice a Milano, prima però, il 12 a Monfalcone si terrà l’assemblea dei lavoratori dove le Rsu e i coordinatori nazionali illustreranno la situazione e le strategie di lotta sindacale.

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