L’arte di Davide ridà nuova vita agli alberi: «Un guerriero senza gambe va ricordato»

Al lavoro con la motosega non solo per le potature: l’ultima opera donata a Turriaco è un omaggio all’acqua e all’Isonzo 
Bonaventura Monfalcone-22.12.2016 Scultura nel legno-Via Roma-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-22.12.2016 Scultura nel legno-Via Roma-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura

Il personaggio



Da quasi vent’anni ormai Davide Tramontini si prende cura degli alberi, dentro e fuori la Venezia Giulia. Alle piante che non possono essere salvate, perché in pessime condizioni di salute o perché rappresentano un rischio per la sicurezza di persone o cose, Davide è capace però di regalare una seconda vita, trasformandone i tronchi in sculture destinate a resistere nel tempo. Creazioni che, specie se commissionate da enti pubblici, di solito si legano con l’essenza e le tradizioni del territorio di cui entrano a far parte, come singolari landmark.

A Turriaco il tronco del pino marittimo che si trovava su aiuola a ridosso della piccola rotatoria tra via Verdi e via Piave, in località “Casoni”, è stato trasformato addirittura nello stemma del paese: la torre da cui sgorga l’acqua, affiancata da due alberi. Nella rivisitazione di Tramontini l’acqua, però, cinge la torre, in un abbraccio in cui le increspature dell’acqua si leggono nelle venature del legno. Un omaggio (un regalo, in realtà, come sottolinea il sindaco Enrico Bullian, perché l’opera è a costo zero per il Comune) al suo paese e all’Isonzo.

«Sono cresciuto a Turriaco, paese a cui sono molto legato perché ci ho passato il periodo della spensieratezza, fino ai 20 anni – spiega Tramontini –. Il fiume è come un vecchio amico che riesce a darmi consigli e serenità». E vicino all’Isonzo, nel Parco comunale, i due olmi che hanno dovuto essere tagliati perché a rischio crollo saranno prossimamente uniti in un’opera che vuole riverberare il suono del fiume (sempre un regalo alla comunità). Davide Tramontini, che abita a Sistiana, ha iniziato a occuparsi di alberi prima nel Parco di Miramare e poi a Tarcento. «Lì ho lavorato con quello che sarà sempre il mio grande maestro, Andrea Maroè, riconosciuto arboricoltore a livello internazionale – racconta – e poi ho aperto la mia ditta artigiana “L’albero” nel 2000».

Davide spiega di aver iniziato per la gran passione che lo lega agli alberi. «Esseri viventi che rispetto e amo da sempre – afferma –, e quindi mi reputo molto fortunato ad aver trasformato in lavoro la mia passione, anche con l’aiuto dei giusti maestri». All’inizio del nuovo secolo erano del resto in pochi i professionisti impegnati nel lavoro delle potature di grandi alberi con la tecnica del tree climbing. «E anche con un certo rispetto che va oltre il compenso giornaliero – aggiunge –, perché è sempre meglio mettere in sicurezza un vecchio albero con una giusta potatura, per vederlo forte e vigoroso a distanza di decine di anni, piuttosto che eseguire potature barbare o addirittura un abbattimento di una vittima innocente». La pratica poi si è diffusa. Questo, secondo Tramontini, vuol dire «molte più motoseghe al lavoro in mano a persone con una giusta coscienza o meno». È qui che è iniziata l’attività di scultore. «Vedendo sempre meno alberi intorno a me, alberi anche notevoli e a volte secolari», dice Tramontini, che parla del desiderio di lasciare un ricordo di quello che una volta era un albero impegnato nella lotta quotidiana con venti e siccità. Insomma, «un guerriero senza gambe, degno di esser ricordato». Tramontini spiega di aver “debuttato” quasi per gioco, improvvisando delle opere per enti pubblici. Da allora, però, l’impegno come scultore è diventato via via sempre più apprezzato e consistente. —



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