L’armamento dei vigili fa bisticciare la giunta di Trieste
TRIESTE L’armamento dei vigili urbani fa bisticciare la giunta, tanto che la misura proposta dal vicesindaco leghista Pierpaolo Roberti ha subito uno stop. Il confronto si è verificato nella riunione dell’esecutivo di lunedì, mentre lo spoglio infinito del voto sanciva il boom della Lega nazionalista di Matteo Salvini. Ma il vicesindaco non desiste e assicura che domani la misura cara al Carroccio tornerà in giunta, con le carte in regola.
Lunedì Roberti si è presentato alla riunione con la proposta di armamento della polizia locale, come aveva anticipato nei giorni precedenti. La misura ha però suscitato le perplessità di più di qualcuno tra gli assessori. Nelle altre forze di maggioranza, Forza Italia e Lista Dipiazza, non mancano reticenze riguardo l’opportunità di armare i “tubi”, come da sempre son appellati i vigili in città.
L’assessore alla cultura e al bilancio Giorgio Rossi, nel commentare quanto avvenuto in giunta, è cauto ma lascia trapelare poco entusiasmo: «Non direi che c’è stato un contrasto, ho visto ben di peggio in giunta. Certo, è stato fatto notare che ci sono delle norme regionali e nazionali da rispettare. E poi ci sono delle questioni su cui riflettere, a partire dalla sicurezza degli stessi vigili: fare operazioni di polizia durante turni notturni non è la stessa cosa che dirigere il traffico».
Ma a farsi portavoce dei dubbi in giunta è stato l’assessore al personale di Forza Italia Michele Lobianco, raccontano gli addetti ai lavori. Con la stampa il diretto interessato si trincera dietro a un «no comment» insolito per il suo carattere socievole. Ma in giunta l’assessore è stato alquanto loquace, e ha posto innanzi tutto il punto dei finanziamenti: i premi per gli oltre 2 mila dipendenti comunali, infatti, provengono da un fondo regionale già strutturato nelle sue suddivisioni area per area.
L’introduzione dell’armamento per la polizia locale (si fa ricorrente la voce, smentita però da Roberti, di una stima di cento agenti da armare) porterebbe con sé la necessità di premiare chi accetta di portare la fondina. Un fatto che rischierebbe di sballare il sistema di premialità dei dipendenti, con conseguenti malumori per tutta la macchina. Il problema è di non poco conto, e lunedì ha portato la giunta a rimandare la questione.
Commenta Roberti: «Non c’è stato nessun intralcio. Semplicemente ci hanno chiesto degli approfondimenti. Il motivo è presto detto: il preaccordo sul contratto di primo livello dei dipendenti pubblici è stato siglato la scorsa settimana e introduce delle novità in materia di indennità di cui noi non potevamo tener conto, essendo appunto di fresca adozione. Ora stiamo facendo delle proiezioni sui costi e giovedì (domani, ndr) torniamo in giunta con la proposta aggiornata».
In Forza Italia Lobianco non è il solo a muovere delle critiche. Il capogruppo azzurro Piero Camber avanza delle controproposte: «Stiamo facendo un concorso per assumere nuovi agenti. Si parta piuttosto da loro, sempre su base volontaria. Anche perché l’età media dei vigili attualmente in servizio è superiore ai 50 anni».
Sull’argomento interviene anche il sindacalista di Ugl Fulvio Sluga: «I costi devono essere programmati bene o la cosa non sta in piedi - dice -. L’adozione delle armi non è dietro l’angolo, non andrà in porto prima del giugno 2019, ma va progettata per tempo».
Spiega ancora il sindacalista: «Complice il decreto Minniti, sui Comuni pesa un numero sempre maggiore di funzioni. In questo quadro alla polizia locale si chiede di farsi carico di compiti che finora non le pertenevano, oltre a quelli di “vigile urbano”. I turni notturni e l’armamento sono tra questi». Conclude: «Tutto ciò ha un costo. E questo costo va previsto e sostenuto in qualche modo, anche perché il fondo regionale ora è saturo. Altrimenti continuiamo a fare i vigili urbani e basta».
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