L’area a caldo di Servola dà “fuoco” alla Regione

La mozione grillina sulla chiusura spacca a metà l’aula con 22 sì e 22 no Cittadini urlanti sugli spalti. Dipiazza all’attacco. Vito: «Richieste irricevibili»
Di Silvio Maranzana

Gruppi di cittadini urlanti contro assessori e consiglieri, centrodestra contro centrosinistra, pentastellati contro centrosinistra e centrodestra. Innesca una gazzarra la mozione grillina che chiedeva alla giunta regionale di «concordare la chiusura progressiva dell’area a caldo della Ferriera di Servola entro tempistiche certe» e che alla fine spacca a metà come una mela il Consiglio regionale: 22 favorevoli (tutte le opposizioni) e 22 contrari (la maggioranza). Il che significa, regolamento alla mano, che il documento non passa. «La mozione è irricevibile perché chiede alla giunta di compiere un atto oltre i limiti della legalità», afferma già in fase di replica l’assessore all’Ambiente Sara Vito che anticipatamente aveva chiesto il ritiro della mozione dichiarandosi disponibile a ulteriori approfondimenti in commissione Ambiente e sostenendo che un primo reale esame critico della situazione potrà essere fatto dopo un anno.

I fuochi d’artificio incominciano subito. Andrea Ussai parte illustrando la mozione e la decina di cittadini appartenenti soprattutto all’associazione NoSmog che assiste dalla tribuna sventola volantini e si cala mascherine sulla bocca. «Nessuna pagliacciata con le mascherine - intima il vicepresidente del Consiglio Igor Gabrovec che conduce la seduta - o mi dite che qui c’è puzza e arieggiamo l’aula o le mascherine non c’entrano nulla». Roberto Dipiazza (Autonomia responsabile) sindaco di Trieste dal 2001 al 2011 e ora nuovamente candidato spara ad alzo zero: «Sono da sempre favorevole alla chiusura dell’area a caldo e con i dati ambientali attuali in possesso del sindaco si potrebbe arrivare alla chiusura a ottobre. Il mantenimento di quell’area è stata una scelta dell’attuale sindaco e di tutte le amministrazioni di sinistra che sono responsabili di aver prima svenduto per 175mila euro un’enorme area strategica e poi concesso tutte le autorizzazioni necessarie. Arrivare sotto la data delle elezioni per pronunciarsi sull’eventuale chiusura mi sembra una presa in giro dei cittadini». Se possibile, sarà ancor più duro nella replica: «Arvedi è un altro che è venuto a mangiare a Trieste. Chi ha rilasciato l’Aia alla Ferriera è stato nel 2007 l’assessore Cosolini della giunta Illy. Noi volevamo chiudere quel cancro, lui lo voleva tenere aperto». «Qui si parla di ambiente, ma non di salute - alza la voce Elio De Anna (Forza Italia), eppure il benzopirene provoca il cancro». «Voi due, Dipiazza e De Anna - replica immediatamente Eleonora Frattolin (Cinquestelle) - vi siete sempre dichiarati a favore degli inceneritori, egualmente inquinanti». «Vai a lavorare», le urla Dipiazza. «Non siamo allo stadio», lo rimbrotta Gabrovec.

«Il problema è stato sollevato 15 anni fa dall’allora governatore Roberto Antonione», precisa Bruno Marini (Forza Italia). Contrattacca Mauro Travanut (Pd): «Scorretto trattare questo tema a un mese dalle elezioni». Dagli spalti non gliela fanno passare liscia: «Vai a casa», «Abbiamo morti in famiglia». Si alza dalla sedia di spettatore il candidato sindaco Cinquestelle Paolo Menis e si mette a urlare: «L’hanno presentata un mese fa la mozione. Che cavolo dici?». Afferra il microfono della presidenza Paride Cargnelutti (Ncd): «Chiedo ai commessi di far sloggiare il pubblico». Travanut finisce: «Chi era sindaco ha utilizzato oggi sistemi e mezzi inaccettabili». «Non è stato affatto decoroso il tuo intervento, caro Dipiazza - lo rimbrotta direttamente Vittorino Boem (Pd) - mi ha fatto capire che non sarai tu il prossimo sindaco di Trieste: non si va lontano strumentalizzando le paure della gente». «Si può uccidere anche per omissione», ammonisce Rodolfo Ziberna (Forza Italia). Renzo Tondo (Autonomia responsabile) fa il punto: «Per l’importanza del tema doveva esserci qui la presidente Debora Serracchiani, la sua debolezza è stata quella di portarci a superare il 2015 senza avere ora alcuna certezza, mentre noi sapevamo che l’anno scorso sarebbe dovuta finire un’epoca».

Alessandro Colautti (Nuovo Centrodestra) prova a sparigliare le carte: «Chiedo che la mozione rimanga sospesa per riprendere la discussione dopo la visita che farà in Ferriera venerdì la commissione consiliare alla quale chiedo si aggreghi la stessa presidente Serracchiani». «Non abbiamo ancora i dati tecnici per compiere una scelta politica alla quale comunque non ci sottrarremo», frena Giulio Lauri (Sel). Ussai, nonostante gli inviti, di ritirare la mozione non ci pensa proprio: «In commissione abbiamo già parlato a lungo di Ferriera, l’unica cosa che concediamo è la possibilità di emendare il punto 1 (non concedere ulteriori proroghe per la mitigazione acustica)». La proposta di Colautti viene bocciata per 35 a 4. La mozione viene bloccata sul pareggio: 22-22. E non passa.

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