L’arcivescovo Redaelli: Gorizia è troppo legata al passato

L’intervento del presule alla messa per i patroni della città Ilario e Taziano. Uscire dai propri steccati e andare in mezzo alla gente. Il premio alla brigata Pozzuolo e al reggimento dei carabinieri Friuli Venezia Giulia
Bumbaca Gorizia 14.10.2012 Nuovo Vescovo Carlo Redaelli - Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 14.10.2012 Nuovo Vescovo Carlo Redaelli - Fotografia di Pierluigi Bumbaca

«Gorizia è una città che sta invecchiando, una comunità che è orgogliosa per il suo passato ma non vede molto futuro davanti a sè e rischia che il ricordo di quanto è stato paralizzi il presente e disperda nella nebbia il futuro»: sono le parole dell’arcivescovo di Gorizia Carlo Maria Redaelli alla messa dei patroni Ilario e Taziano celebrata nella metropolitana. Richiamandosi alle parole pronunciate da papa Francesco, l’arcivescovo ha sostenuto che per la comunità cristiana goriziana la strada da intraprendere è quella del Vangelo dove “l’evangelizzatore credibile trova l’humus per cercare vie nuove per la missione». Un’altra strada è quella che ha definito della “fantasia realistica”, cioè quella, usando ancora parole del nuovo papa, dell’uscire dal recinto dell’orto dei propri convincimenti considerati inamovibili e andare in mezzo alla gente. «Un po’ di fantasia realistica non guasta - ha concluso Redaelli - neppure da noi e forse non solo in ambito ecclesiale».

Nella giornata dei patroni è stato conferito il Premio santi Ilario e Taziano alla Brigata di cavalleria “Pozzuolo del Friuli” e al 13° Reggimento carabinieri “Friuli Venezia Giulia».

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