L’arcivescovo di Gorizia: «Spazio alla speranza»

Carlo Maria Redaelli, arcivescovo di Gorizia, ha voluto lanciare un appello importante durante l’omelia della veglia pasquale celebrata nel Duomo di Gorizia. «Spazio alla speranza», il succo delle sue parole davanti a una platea gremita di fedeli.
Bumbaca Gorizia 29.03.2013 Riti Venerdi Santo Sacro Cuore- Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 29.03.2013 Riti Venerdi Santo Sacro Cuore- Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Ecco un breve stralcio dell’omelia dell’arcivescovo di Gorizia Carlo Maria Redaelli durante la veglia pasquale. «In questa notte santa - le sue parole - si raccolgono anche tutte le notti della storia dell’umanità: notti spesso di dolore, di malattia, di agonia, di morte, di paura, di guerra, di omicidio, di tradimento».

«Ma anche notti di speranza, di contemplazione, di profondo incontro con Dio: la veglia d’armi alla Vergine di Monserrat di Ignazio di Loyola, le notti di preghiere e di lacrime di san Carlo, la notte oscura di Giovanni della Croce, la notte nel sepolcro di Angela da Foligno in cui lei bacia e abbraccia il Cristo morto», ha aggiunto monsignor Redaelli. «Ma anche le nostre notti personali sono presenti in questa santa notte: notti serene e piene di sogni, notti di paura e di smarrimento, notti agitate dal rimorso e dalla preoccupazione, notti di veglia accanto a qualche persona cara che stava male o era in agonia, notti di veglia con amici attorno alla Parola o all’Eucaristia, notti in preghiera da soli, notti in cui Dio ci ha rivelato il nostro cammino».

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