L’arcivescovo di Gorizia: «Spazio alla speranza»
Ecco un breve stralcio dell’omelia dell’arcivescovo di Gorizia Carlo Maria Redaelli durante la veglia pasquale. «In questa notte santa - le sue parole - si raccolgono anche tutte le notti della storia dell’umanità: notti spesso di dolore, di malattia, di agonia, di morte, di paura, di guerra, di omicidio, di tradimento».
«Ma anche notti di speranza, di contemplazione, di profondo incontro con Dio: la veglia d’armi alla Vergine di Monserrat di Ignazio di Loyola, le notti di preghiere e di lacrime di san Carlo, la notte oscura di Giovanni della Croce, la notte nel sepolcro di Angela da Foligno in cui lei bacia e abbraccia il Cristo morto», ha aggiunto monsignor Redaelli. «Ma anche le nostre notti personali sono presenti in questa santa notte: notti serene e piene di sogni, notti di paura e di smarrimento, notti agitate dal rimorso e dalla preoccupazione, notti di veglia accanto a qualche persona cara che stava male o era in agonia, notti di veglia con amici attorno alla Parola o all’Eucaristia, notti in preghiera da soli, notti in cui Dio ci ha rivelato il nostro cammino».
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