L’archistar Consuegra protagonista anche nel cantiere del Museo del Mare di Trieste

Determina del Municipio: 386 mila euro per coinvolgere l’archistar andalusa nelle opere vere e proprie. L’obiettivo della partenza a giugno, ricorsi permettendo

Giovanni Tomasin

TRIESTE Il Comune conta di far partire il cantiere per il Museo del Mare in giugno, ma resta da passare lo scoglio dei ricorsi. Il museo al magazzino 26 è una delle opere più corpose che il Comune di Trieste si trovi a gestire in questi anni, 33 milioni in tutto: con gli uffici oberati di lavoro, l’ente ha stabilito in questi giorni che si avvarrà dei tecnici dello studio Consuegra – che ha firmato il progetto – anche nell’ormai imminente fase di cantiere. Resta però l’incognita dei ricorsi: si tratta pur sempre dell’appalto che nell’autunno scorso Ance Alto Adriatico e il sodalizio dei costruttori di impianti di Confindustria, Assistal, criticarono perché il prezziario non teneva conto dei rincari delle materie prime.

Andiamo con ordine. È stata pubblicata in questi giorni sull’albo pretorio la determina, firmata dalla responsabile del procedimento Lucia Iammarino, con cui il Comune estende anche alla fase di cantiere il ruolo dello studio Consuegra. In origine il bando prevedeva che l’ente potesse avvalersi dei progettisti anche durante i lavori: il Comune ha deciso di usufruire di questa clausola, e ora gli esperti sivigliani si occuperanno anche della direzione delle opere strutturali, del coordinamento della sicurezza e di una parte dei lavori impiantistici, per una spesa complessiva di 386 mila euro. La regia della direzione lavori, però, resterà in capo agli uffici comunali.

Ma quando si vedranno gli operai sul posto? Gli uffici stanno lavorando all’atto di aggiudicazione definitiva della parte edile e impiantistica dei lavori (22 milioni) vinta dalla teramana Edilcostruzioni group srl. Nel settembre scorso, come ricordato, le sigle dei costruttori regionali avevano mandato una lettera al Comune, lamentando che il prezziario regionale dei materiali impiegato nella redazione del bando fosse quello del 2018 e non quello del 2020.

È il genere di lettere che fa rizzare i capelli in testa agli addetti ai lavori, perché a volte sono l’antipasto di un ricorso. Sarà anche per questo che, nel testo della determina, gli uffici precisano di aver avviato comunque il procedim

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