L'appello dei sindacati: «Continuate a fare la spesa alle Coop»

Dopo il tempo concesso dal Tribunale, in campo i rappresentanti dei lavoratori: assemblee, la richiesta di incontro a Consoli. E una richiesta alla città
L'interno dell'ipermercato delle Torri
L'interno dell'ipermercato delle Torri

Un atto tecnico - dovuto, poiché di propria competenza, cioè la richiesta di un incontro all’avvocato Maurizio Consoli in quanto commissario straordinario delle Coop operaie - e un altro politico. Un “extra” non dovuto ma voluto, sotto forma di appello: consumatori triestini, invocano infatti i sindacati, continuate a fare la spesa alle Coop di casa, come se non addirittura più di prima, non disertate gli scaffali pensando di punire il management che ha fallito, perché alla fine punite chi, col lavoro alle Coop operaie, vive e fa vivere le proprie famiglie. Pubblicità neanche tanto occulta? Piuttosto preghiera col cuore in mano.

All’indomani delle «cinque settimane» date dal Tribunale a Consoli per «superare la crisi aziendale» (col possibile intervento a suon di milioni delle Coop Nordest) i sindacati scendono dunque in campo, spingendosi però oltre le linee che lo delimitano. Una mossa che non è ordinaria ma è la partita stessa, d’altronde, a non esserlo. Quella di ieri - mentre sul Piccolo si poteva leggere della decisione del Tribunale di dire sì alla richiesta di Consoli di poter disporre appunto di cinque settimane per trattare il salvataggio delle Coop operaie - era la prima di due giornate di fila dedicate ad altrettante assemblee promosse dalle sigle di categoria col personale: ieri con gli amministrativi, oggi con i loro colleghi dei punti vendita. E proprio ieri, al mattino, il segretario generale Uil di Trieste Giacinto Menis ha per intanto fatto sapere, in un comunicato, che «la Uil Tucs, insieme alle altre organizzazioni di categoria, ha richiesto un incontro all’avvocato Consoli per avviare quanto prima il confronto di merito».

Coop Operaie: «Salvataggio in 5 settimane». Il Tribunale concede la proroga
Da sinistra Mastelloni, Tripani (di spalle), Consoli e Frezza in Tribunale (Foto Silvano)

Già, perché - pur in presenza di uno scontato sospiro di sollievo alla notizia del non-fallimento dichiarato per il momento dal Tribunale - non è sfuggito a nessuno, figuriamoci ai sindacati, che la relazione del commissario dice comunque che «l’ipotesi di riduzione della forza lavoro verrebbe contenuta in circa 100 unità» su 650 dipendenti, grosso modo la metà delle prime proiezioni di crisi. L’idea però di anche un solo posto di lavoro in fumo, di questi tempi, fa salire le antenne ai sindacati. «La notizia della conferma dell’avvocato Consoli quale amministratore giudiziario - scrive Menis - e la prospettiva del piano con le Coop Nordest non possono che essere accolte positivamente nell’ottica del salvataggio della cooperativa e della tutela dei livelli occupazionali, del prestito sociale e degli stessi fornitori che, non va dimenticato, sono parte del tessuto economico locale. La Uil mira a salvaguardare tutta l’occupazione delle Coop operaie. Obiettivo raggiungibile solo se tutti, responsabilmente, faranno la loro parte. Fondamentale anche salvaguardare gli interessi dei 17mila soci che hanno versato i loro risparmi nelle casse del prestito».

La postilla a voce, nel pomeriggio, di Antonella Bressi dalla Filcams-Cgil, a prima assemblea conclusa: «Ci sono i dipendenti dei negozi, gli amministrativi, eppoi i magazzinieri, gli addetti dell’indotto, a cominciare dalle imprese fornitrici. Ci sono insomma centinaia e centinaia di famiglie, in mezzo. Qui hanno tutti pari dignità. I lavoratori sono consapevoli del momento critico, ma stanno lavorando bene, con senso di responsabilità, sapendo che si sta avvicinando un periodo particolare, decisivo, per i consumi, come quello delle festività natalizie. Spero anche nella solidarietà della cittadinanza». Ovvero? «Che i consumatori e soprattutto i clienti abituali - la chiosa di Bressi - continuino ad avere fiducia nelle Coop operaie, in una tradizione ultacentenaria che va difesa, e si rechino come di consueto a fare la spesa nei punti vendita». Un contraccolpo fatto di segni “meno” ancor più robusti del -10% rilevato nei primi nove mesi del 2014 alla voce “fatturato”, in effetti, contribuirebbe a rendere sempre più complicata la risalita.

@PierRaub

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