L’Antica Roma a tavola nella Notte dei Classici
Antigone protagonista al Dante, festa “diffusa” con superospiti al Petrarca E tra un verso e l’altro il Prešeren ha proposto le ricette in voga tra i centurioni

Lasorte Trieste 12/01/18 - Notte dei Classici, Liceo Dante
Parole, versi, citazioni, maschere e persino sapori antichi. Se la matematica non è ancora un’opinione, la cultura umanistica rimane il teatro delle riflessioni, la cifra con cui poter magari codificare al meglio temi e patemi della vita. A crederci sono gli stessi studenti dei licei classici, scesi in campo ieri per animare la quarta edizione della “Notte nazionale dei Classici”, giocata in circa 380 piazze italiane, tra cui tre sedi di Trieste.
Molta arte, tra teatro e musica, ma soprattutto richiami all’attualità, un modo per ribadire che la scelta di tale indirizzo non deborda dalla realtà ma ne accentua piuttosto i contenuti. Una missione assecondata dagli insegnanti, ma portata in scena dai ragazzi, alle prese con “copioni” ben distanti dai programmi abituali di studio e qui colorati dall’“obbligo” della creatività. Vedi quanto allestito al liceo Dante, dove tutto si è racchiuso nell’aula magna, abitata da giovani musicisti, aspiranti attori e conferenzieri. Il piatto forte è stata la rappresentazione “Antigone a Caffè”, per la regia di Piero Ocello, progetto in tre atti con oltre venti interpreti intenti a rievocare personaggi e trame attorno al tavolo di un caffè, il tutto estrapolato naturalmente da testi classici: «L’idea è sorta quando ci siamo trovati noi stessi attorno a un tavolo per pensare a un’iniziativa valida per la “Notte dei Classici” – hanno spiegato i componenti della “compagnia” del Dante –. Nel fotografarci assieme abbiamo pensato di trasmettere tutto il nostro modo di relazionarci, con la forza delle letture di un liceo classico a fare da spinta e collante».
Al liceo Petrarca si è scelta una strategia diversa, operando non solo nel fulcro dell’aula magna – teatro anche degli interventi del rettore dell’ateneo triestino, Maurizio Fermeglia, e dell’assessore regionale all’Istruzione, Loredana Panariti –, ma ovunque, sfruttando aule e palestra in un festival di esibizioni, laboratori, concerti, conferenze e convivialità. Circa 500 i “petrarchini” in campo, numero niente male sottolineato anche da Agostino Longo, docente e coordinatore del canovaccio esibito in via Rossetti: «È stato un eccezionale lavoro corale – ha premesso –, che ha coinvolto ben il 50% degli iscritti al liceo. Non è stato solo un buon lavoro collettivo, ma un segnale importante di appartenenza dei ragazzi al liceo e – ha aggiunto – di quanto la sede appartenga a loro». Importanti anche le personalità ospitate alla “Notte” del Petrarca, dal direttore dell’Icgeb, Mauro Giacca, a Giuseppe Longo, docente di Teoria dell’Informazione, fino a Claudio Zaccaria, cattedra di Epigrafia e Storia romana all’Università di Trieste.
A proposito di storia romana e dintorni. Al liceo Prešeren di lingua slovena si è concertato di storia e classici anche rovistando tra le stoviglie e i ricettari dell’antichità, nutrendo letteralmente la serata a base di alcune pietanze in auge nell’antica Roma. Il menù scodellato tra una epigrafe e l’altra? Polpette, palline dolci con semi di coriandolo, datteri ripieni, torta di pere e contorno di formaggio di capra. Oltre al cibo, anche la musica e il teatro (brillante) naturalmente con richiami sul tema, da una Carme di Catullo sino a un estemporaneo contatto ravvicinato tra il “padrone di casa”, France Prešeren e Dante Alighieri, giocato in un placido match tra lingua slovena e italiano arcaico. Quasi un “cross over” si direbbe ne linguaggio cinematografico. Si, perché nella “Notte dei Classici” vale anche la fantasia.
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