L’Antica Diga rinasce “sportiva” sotto le insegne della Lega navale

L’apertura fra un mese per i soci del sodalizio velico. Prevista anche la balneazione 
L’Antica Diga vista dal molo Audace. (Foto Lasorte)
L’Antica Diga vista dal molo Audace. (Foto Lasorte)

TRIESTE. Più o meno fra un mese la Diga foranea potrà ripopolarsi di persone. Di soci, in particolare, dello storico circolo nautico Lega navale. La società velica con sede sul molo Fratelli Bandiera sta lavorando per ridare vita allo stabilimento balneare abbandonato da quattro anni in mezzo al golfo di Trieste.

L’obiettivo è, una volta racimolati i fondi necessari, quello di avviare una scuola permanente di pesca e vela dedicata anche a persone diversamente abili. Indispensabili per il decollo del progetto sono almeno 100 mila euro, che il sodalizio nautico sta cercando di reperire attraverso la generosità di enti pubblici e privati e la sede centrale di Roma.

Intanto, proprio nelle scorse settimane, è stata ottenuta da parte dell’Autorità portuale la conferma della concessione quadriennale, dopo un periodo provvisorio di un anno in cui la Lega navale ha pagato un canone di mille euro al mese, che in questo caso è inferiore del 50% rispetto a una gestione con fini commerciali.

I lavori da fare non mancano. Il presidente Pierpaolo Scubini e soci hanno già iniziato i primi interventi lo scorso inverno, quando sono andati a mettere un po’ in ordine sulla Diga. Ma il passo più complicato e decisivo per la ripartenza è legato al riavvio dell’impianto fognario per il quale serve una ditta specializzata. Da lì tutto sarà più facile.

Con i riallacciamenti delle diverse utenze sarà così poi possibile rendere fruibile la Diga ai 500 soci della Lega navale, che inizialmente potranno prendere il sole e attraccare le barche. «Ho già chiesto il parere ai diversi enti che dovrebbero darci l’ok per alcuni servizi – spiega il presidente della Lega navale Scubini -. A parole, per ora, sembra sia tutto a posto, ma adesso dovremo muoverci per gli accordi scritti».

L’obiettivo è poter permettere la balneazione e l’attività di vela e pesca. Per ripristinare l’intera Diga ci vorrebbe «qualche milionata di euro», spiega Scubini, ma al momento non c’è l’intenzione di avviare una ristrutturazione così complessa e costosa.

L’importante è invece ripartire per riuscire poi a dare vita all'attività sportiva. La Diga comunque sarà riservata ai soci, che per statuto sono praticamente gli unici a poter fruire delle aree del circolo. In futuro c’è l’intenzione di aprire le attività al resto della città. Per il momento ne potranno beneficiare inoltre gli ospiti dei soci e gli affiliati della Federazione italiana vela e della Federazione Italiana Pesca sportiva ed Attività subacquee grazie al principio di reciprocità di tessera.

Quanto al bar e al ristorante, non ci sono le condizioni al momento per ripristinarli, anche se le attrezzature non mancano. Come si ricorderà, l’Antica Diga è chiusa dal 2016: la concessione era stata revocata alla fine di ottobre dello stesso anno. E da allora, lì è rimasto tutto abbandonato con diverse controversie giudiziarie legate alla gestione degli ultimi anni. La struttura (l’area di pertinenza ha una superficie complessiva di 15.700 metri quadrati) aveva iniziato la sua attività nell’estate del 2006. 

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