L’Antica Diga ci riprova: a maggio la riapertura
Dal primo maggio riapre lo stabilimento balneare dell’Antica Diga. L’unico in mezzo al mare di fronte a piazza Unità. E dal 15 maggio iniziano le serate a ritmo di musica.
Dopo la decadenza da presidente di Franco Brumat dall’associazione concessionaria, l’Antica Diga-L’Isola di Trieste, alla guida del sodalizio c’è Katiusa Stekar che, con il consiglio direttivo, ha deciso di affidare la gestione dello stabilimento con un contratto a tempo indeterminato alla Eurospiagge Srl, la ditta che fa capo ai giovanissimi Cristian e Simone Esposito. Risultato: la Diga, dopo un anno e mezzo abbondante di silenzio, dopo gestioni sfortunate, indagini della magistratura, condanne e scontri legali, riprende vita.
Le novità non mancano. Il natante che accompagnerà i triestini e i turisti allo stabilimento balneare arriverà nei prossimi giorni dalla Sardegna. Con un leasing, infatti, la Eurospiagge ha opzionato un’imbarcazione, la Domizia, idonea al trasporto di cinquanta persone. Salvo ripensamenti, l’imbarcazione attenderà i clienti della Diga sul molo Audace, come avveniva nelle stagioni precedenti.
Mostrando il progetto, gli Esposito raccontano che «oltre alla zona riservata allo stabilimento con lettini, divanetti, cabine e ombrelloni nuovi, verranno aperti il ristorante, il bar e un angolo dove saranno preparati stuzzichini veloci». Tra le ipotesi allo studio quella di riservare una zona dello stabilimento a chi vuole prendere il sole accompagnato dal proprio cane. «Abbiamo messo in sicurezza tutti gli impianti - riferiscono i gestori - e risistemato quanto divelto dalle forti mareggiate».
Ma c’è un’altra novità che farà felice i diportisti: «La Capitaneria di Porto - spiegano ancora gli Esposito - ci ha dato l’autorizzazione a far attraccare per 24 ore le barche che vogliono raggiungere lo stabilimento per pranzare, cenare o usufruire dei diversi servizi». Sempre per chi arriva dal mare, verrà istituto un servizio Vhf per far comunicare i natanti direttamente con la Diga.
«Siamo inoltre in trattativa con Federalberghi per siglare una convenzione tra le strutture ricettive e lo stabilimento» aggiungono i gestori. Per gli hotel del centro di Trieste potrebbe essere un servizio aggiunto quello di offrire ai loro ospiti, specialmente a quelli che si fermano per più di una giornata in città, l’opportunità di accedere allo stabilimento balneare davanti a piazza Unità, a pochi minuti di barca. Per animare i pomeriggi estivi, i nuovi gestori della Diga intendono organizzare anche tornei sportivi coinvolgendo alcune tra le associazioni più importanti della città.
Intanto l’associazione l’Antica Diga-L’Isola di Trieste, detentrice delle concessioni della “lingua di terra” in mezzo al mare, ha iniziato una trattativa con l’Autorità portuale per mettere a punto un piano di rientro dei debiti contratti dalla concessionaria negli anni. L’Authority vanta un credito di decine e decine di migliaia di euro. Da anni la concessionaria non versa quanto dovuto. «Ci siamo impegnati a pagare quanto dovuto - assicura Stekar che, per anni, è stata consigliere dell’associazione - e intendiamo avere un rapporto corretto e collaborativo con l’Autorità portuale».
Si chiude a questo punto il braccio di ferro corresponsabile dell’impasse in cui è caduta da tempo la struttura che dalla scorsa primavera ha visto alternarsi annunci di riapertura e repentine smentite. La diatriba che ha trascinato le vicende che circondano la vecchia Diga ancora una volta tra i banchi del tribunale ha avuto inizio nel corso dell’estate 2014 quando Stekar, che è anche contitolare di un ristorante a Gorizia, è stata nominata presidente dell’Associazione da un gruppo di soci che si erano riuniti in assemblea senza convocare Brumat, ricercato perché condannato a scontare una pena residua, scalzandolo per decaduti requisiti morali.
Un mese dopo Brumat aveva a sua volta convocato un’assemblea da cui erano usciti Flavia Blasizza presidente e lui vice. Proprio quest’ultima assemblea era stata impugnata da Stekar e dai suoi che ne contestavano l’illegittimità in quanto non erano stati convocati i soci iscritti. Successivamente Stekar tramite il suo legale, l’avvocato Gianfranco Carbone, ha presentato un reclamo bis accolto dal tribunale civile che con un’ordinanza vieta a Blasizza e soprattutto a Brumat «di qualificarsi rispettivamente presidente e vicepresidente dell’Associazione».
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