Lanci di “pee” sull’Isonzo: sfida tra bisiachi e friulani
SAN CANZIAN Una sfida dal sapore antico quella cui la spiaggia lungo l’Isonzo a Pieris ha fatto da palcoscenico ieri pomeriggio, accogliendo l’evento di chiusura dell’edizione 2020 di Aeson, il festival organizzato dall’associazione Ecopark. Intanto perché nel lancio delle pietre piatte, peis in friulano e pee in bisiaco, si sono cimentati un po’ tutti, almeno da ragazzini, quelli che sono cresciuti lungo il fiume, frequentandolo d’estate e usando anche la base dei piloni del ponte come trampolino per gettarsi dove l’acqua è più fonda.
A mettere pepe al sesto campionato “mondiale” di lancio delle pee c’ha pensato, però, anche la decisione degli organizzatori del festival, nato 12 anni fa a Fiumicello, di giocare quest’anno in trasferta, in terra bisiaca. A fare da terzi incomodi, comunque, diversi partecipanti triestini, più rodati magari nella versione marina della specialità, dove sfruttare l’onda diventa imperativo. «Come giornata di chiusura di un festival che abbiamo dovuto reinventare a causa del Covid-19 – ha spiegato ieri Devid Strussiat, direttore artistico di Aeson, cantante de I Salici, uno dei tre gruppi che si sono esibiti lungo il fiume –, abbiamo travalicato l’Isonzo, con l’idea di creare una sorta di gemellaggio con la Bisiacaria con cui i rapporti esistono da sempre».
Non sempre semplici, perché chi non vive a ridosso dell’Isonzo non può capire la profonda diversità tra le due terre che il fiume attraversa. «L’Isonzo è portatore di tante culture e la nostra idea è quella di creare degli scambi, aumentando la consapevolezza di ciò che siamo e dei nostri luoghi», ha aggiunto Strussiat. Un obiettivo che per gli organizzatori di Aeson, che quest’anno si è immerso nella natura della Bassa friulana tra concerti, performance e land art, si raggiunge anche attraverso eventi più “ludici” come quello di ieri, chiuso dal concerto della bisiachissima band di Marongiu e i Sporcacioni. «Aeson è cultura, ma anche eventi come il lancio delle pee, legati alla trazione: per noi hanno lo stesso valore», ha sottolineato Strussiat. La selezione tra gli oltre venti iscritti, provenienti da un po’ tutta la Bisiacaria, dalla Bassa Friulana e, appunto, Trieste, l’ha fatta comunque, almeno in parte, la prova iniziale, quella di far rimbalzare il sasso piatto almeno tre volte sulla superficie dell’acqua. Prima a tutti sono stati concessi tre minuti e mezzo per cercare le munizioni più adatte, anche se diversi concorrenti una scorta adeguata l’avevano già effettuata, e impartita la raccomandazione di prestare particolare attenzione a non colpire i numerosi spettatori e bagnanti. Il greto dell’Isonzo a Pieris, ma anche un po’ più a monte, verso Turriaco, ieri si è trasformato, come pure nelle domeniche precedenti, in una vera e propria spiaggia, dove gli spazi a disposizione però non mancano e tenere le distanze non è affatto un problema. Con Aeson, anche sul lato bisiaco dell’Isonzo, è in ogni caso arrivato ieri un messaggio di cura dell’ambiente, rivolto a tutti i presenti. «Siamo davvero contenti che il festival si sia chiuso qui e speriamo che la collaborazione e lo sconfinamento in Bisiacaria possa continuare i prossimi anni», ha detto ieri il sindaco di San Canzian d’Isonzo Claudio Fratta, che alla tentazione di qualche lancio fuori concorso non ha proprio resistito.—
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