L’analisi impietosa di Zerbini «Traffici in calo per il Covid E a regnare è l’incertezza»

Il presidente della società terminalista ragiona su dati attuali e futuro Ad agosto -14,83% di container movimentati, a settembre -9,45% 

l’analisi

L’allungamento del Molo VII sarebbe dovuto cominciare nel giugno 2019 ma, dopo progettazione e autorizzazioni, i lavori sono slittati di mese in mese fino all’esplodere della pandemia. Il Covid-19 ha congelato tutti i progetti delle realtà impegnate nell’import-export con la Cina e Tmt non fa eccezione.

Non è dato a sapere se il freno sull’ampliamento della banchina sia legato al coronavirus, ma è certo che la società ritenga di avere davanti a sé uno scenario imprevedibile per il 2021. Dopo aver tenuto nel primo semestre dell’anno, infatti, i traffici container cominciano a mostrare una flessione che non può essere sottovalutata.

«La parola chiave è incertezza», ammette il presidente di Tmt Fabrizio Zerbini. Il contesto è quello da poco presentato nel 7° Rapporto “Italian Maritime Economy” prodotto dal centro studi Srm, collegato al gruppo Intesa Sanpaolo: previsione di un 2020 chiuso con il -7,3% dei traffici marittimi globali (un ritorno ai livelli del 2017) e contrazione dei passaggi dal Far East attraverso il Canale di Suez (-15% nei primi cinque mesi dell’anno). La Cina ha smesso di trainare e, in Italia, l’import-export via mare è sceso drasticamente nel primo semestre: -11% delle tonnellate di merci trasportate e -21% del loro valore.

Zerbini spiega che «il Covid-19 ha paralizzato l’economia e la ripresa ancora non c’è. La Cina è mancata moltissimo su tutte le linee e cali importanti ci sono stati anche dalle Americhe: la frenata è brusca ovunque. Vale anche per l’Italia. Tmt è riuscita a resistere bene nella prima parte del 2020 (da gennaio ad agosto c’è stata perfino una crescita del +0,22% dei volumi, ndr), ma il trend attesta una diminuzione». Il Molo VII segna un -14,83% dei traffici container ad agosto e a settembre il calo arriva al -9,45% rispetto allo stesso mese del 2019. La diminuzione dei traffici ferroviari segue di conseguenza: da gennaio a settembre il terminal ha movimentato su ferro il -12,4% dei volumi e il -14,5% dei treni, pari a 382 convogli in meno in confronto all’anno scorso.

Per il presidente di Tmt, «i numeri dimostrano la grande incertezza per il futuro immediato e per il 2021. La recrudescenza del Covid-19 sta impattando sulla fiducia dei consumatori, che sono quelli che attivano le importazioni. Le statistiche parlano di una possibile perdita di 800 mila posti di lavoro solo in Italia e i consumi diminuiscono». Le rotte commerciali sembrano lontane dalla vita quotidiana ma sono strettamente legate alle abitudini di ciascuno: «In questo periodo – ragiona Zerbini – si registra normalmente un aumento dei traffici dovuto al Natale, ma l’incremento non si nota. In caso di ulteriore lockdown la situazione diventerebbe estremamente difficile».

Basta vedere i dati complessivi del porto di Trieste, che pur va meglio di altri, ma che ha perso nel primo semestre il -13% delle rinfuse liquide, il -10% delle merci varie, il -5% dei ro-ro e il -4% dei container. Dati presentati a luglio come positivi, quando i comunicati ufficiali mostravano però un ottimismo sulla fase successiva, che viene smentito dai fatti. A Venezia va pure peggio: se sono paragonabili il -8,9% delle rinfuse liquide e il -11,4% delle merci varie, si segnala il più cospicuo -13% sui container. —



© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo