L’analisi del ricercatore dell’Ires Russo: «Nemmeno Sappada ha ridato ossigeno. Saldo negativo ormai strutturale e il flusso migratorio non inverte il trend»
TRIESTE. «Nel 2007 i nati in Fvg erano stati 10.557, a fonte dei 5.463 registrati nei primi nove mesi del 2019. Il calo demografico oramai è strutturale e nemmeno l’apporto della componente straniera riesce a più fermarlo». Alessandro Russo, ricercatore Ires Fvg, ha elaborato i recenti dati rilevati dall’Istat e non è ottimista.
Il ricambio generazionale è sempre più debole?
Chi emigra è giovane e mediamente fa più figli, i flussi migratori in regione sono rallentati e c’è un calo demografico verticale. Il numero dei decessi negli ultimi anni non è variato particolarmente in regione, a incidere negativamente è invece il costante calo delle nascite malgrado vada tenuto conto che il saldo negativo tra nati e morti è ormai strutturale in tutta Italia, tranne che nella provincia di Bolzano.
Fino a che anno l’immigrazione compensava il calo delle nascite?
Fino ai primi anni 2000, ora c’è anche un tipo di immigrazione diverso: le persone che arrivano da altri Paesi sono prevalentemente uomini che poi non restano in regione: è un fenomeno visibile ma che poi sull’andamento demografico ha impatto limitato.
In cinque anni in Fvg la popolazione è calata di quasi 15.500 residenti.
Continuiamo a perdere in media 3mila residenti all’anno, nemmeno l’annessione di Sappada ha arrestato il trend.
Gli over 65 sono addirittura il doppio degli under 15. Come ci collochiamo a livello nazionale e europeo?
L’Ue stima che nel 2040, in Europa, gli over 65 saranno il 26,9% della popolazione, quindi la nostra regione è, sotto questo aspetto, 20 anni avanti rispetto alla media europea.
Quali i dati positivi?
Le aspettative di vita: si nasce meno ma si vive più a lungo.
Cosa serve per contrastare il calo?
Migliorare il Welfare, favorire la conciliazione dei tempi andando incontro a genitori che lavorano. Credo poco all’impatto dei bonus occasionali, invece aiuti economici strutturati potrebbero essere più efficaci, creando una rete di supporto alle famiglie.
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