L’amico di Liliana, scomparsa da tre settimane: «Avevamo deciso di trascorrere un weekend insieme»

«Voleva dire al marito che lo avrebbe lasciato». Il procuratore De Nicolo intanto: «Nessun indagato»

Laura Tonero

«Temo che Liliana sia uscita di casa con borsa e telefoni cellulari, diretta a prendere l’autobus in piazzale Gioberti. In quel tratto di strada, o vicino alla fermata, deve aver trovato qualcuno che le ha proposto un passaggio fino in centro, dove non è mai arrivata. La sua borsa e i telefoni, però, sono stati riportati in casa».

Claudio Sterpin, l’amico 82enne di Liliana Resinovich, avanza un’ipotesi sulla scomparsa della 63enne che getta un’ombra sul racconto del marito Sebastiano Visintin, il quale sostiene la moglie sia uscita in abbigliamento da casa solo per gettare l’umido.

L’altro giorno, nella sua testimonianza resa al giornale, la fruttivendola del rione aveva raccontato del passaggio della donna, con indosso un giubbotto scuro, davanti al suo negozio la mattina del 14 dicembre, giorno della sua scomparsa. Se la donna si fosse incamminata verso piazzale Gioberti, potrebbe sì aver dimenticato a casa i telefoni, ma difficilmente sia i cellulari sia la borsetta. «Tra l’altro – racconta l’amico – io l’avevo sentita pochi istanti prima, appena il marito era uscito di casa, e mi aveva spiegato che doveva passare alla Wind: non vedo perché avrebbe dovuto lasciare a casa i telefoni».

parla una cugina di liliana resinovich
Spunta la pista dei soldi nel giallo della donna scomparsa da 20 giorni

Le giornate successive, per la vita di Liliana, sarebbero state comunque cruciali. «Io e lei abbiamo avuto una breve storia 40 anni fa – ricorda Sterpin – mantenendo comunque negli anni un buon rapporto, frequentandoci sporadicamente con amici». Poi, in un pomeriggio a cavallo tra la fine di agosto e gli inizi di settembre del 2020, i due si sono incontrati in cimitero: «Io da poco vedovo a salutare mia moglie – racconta commosso – e lei a portare un fiore alla madre. Le due tombe distano pochi metri, e ci siamo messi a parlare. Quando le ho raccontato delle mie difficoltà a gestire la casa malgrado il supporto di alcune addette alle pulizie, si è proposta di venire ogni tanto a darmi un aiuto». Così ha preso il via l’abitudine di Liliana di andare a casa dell’uomo quasi ogni martedì. «Non mi piace che il nostro rapporto venga definito come quello di due amanti, voglio difendere la figura di Liliana – sostiene –: è più corretto dire che tra noi c’era un’amicizia molto affettuosa che negli ultimi mesi aveva assunto i colori dell’amore». Lo scorso ottobre, è stata Liliana a ricordare all’82enne, «che il 18 dicembre di 40 anni fa avevamo avuto il primo incontro più intimo, ed era iniziata la nostra storia poi finita con ognuno che aveva imboccato percorsi diversi», riferisce Claudio. Una data importante per Liliana, «che ci eravamo proposti di festeggiare passando un fine settimana insieme: sarebbe stato il primo che lei non passava con il marito – osserva l’uomo – e da giorni parlavamo del fatto che il 16 dicembre lei gli avrebbe detto che lo voleva lasciare».

L’ottantaduenne teme «lei abbia deciso di dirglielo prima», ma non esclude il marito possa aver visto alcuni dei messaggi su Whatsapp che i due si scambiavano. «Liliana mi diceva che li cancellava subito – riporta l’uomo – ma non è detto lui non possa averne letto qualcuno, magari mentre lei era distratta. Ci scrivevamo anche belle parole come “ciao tesoro” o “ciao amore”».

Una chat intercettata potrebbe aver insospettito e ingelosito il marito? L’amico di Liliana, nelle ore successive alla scomparsa della donna, pensava «lei avesse parlato con il marito e poi si fosse nascosta da un’amica, lasciando i telefoni a casa per non venir trovata – prosegue – ma quando ho saputo che la sua borsetta è stata trovata in casa, mi è caduto il mondo addosso e ho capito».

Intanto, sul caso è intervenuto ieri il procuratore capo Antonio De Nicolo. «Non ci sono indagati», ha affermato parlando all’Ansa, assicurando che le ricerche per ritrovare la donna «sono partite subito». De Nicolo ha poi precisato che «non ci sono elementi per indirizzare le indagini verso un’ipotesi piuttosto che un’altra».

La Procura ha aperto un fascicolo ipotizzando un titolo di reato, strumentale allo svolgimento degli accertamenti utili alle indagini. Il fascicolo è aperto a carico di ignoti. Le attività di indagine sono condotte dalla Squadra mobile della Questura, e gli elementi finora raccolti anche analizzando i telefoni cellulari della donna, non consentono per il momento di orientare le indagini verso una pista o un’altra.

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