L’allosauro ricostruito a Trieste venduto a Parigi per 2,5 milioni

“Big Sara” battuto all’asta in Francia a una cifra super: l’ha realizzato la Zoic  di Bacchia, storico gestore del Sito paleontologico del Villaggio del Pescatore

TRIESTE. È stato aggiudicato a due milioni e mezzo di euro, a un compratore che per ora non vuole rivelare la propria identità, lo scheletro di “Big Sara”, l’allosauro lungo 10 metri, vissuto circa 150 milioni di anni fa, battuto a un’asta, a Parigi, come fosse un quadro d’autore. Allestito dalla Zoic - l’azienda triestina specializzata nel recupero e nella preparazione di scheletri di animali vissuti milioni di anni fa, fondata dal geologo Flavio Bacchia, storico gestore del Sito paleontologico del Villaggio del Pescatore - nel laboratorio della zona industriale, “Big Sara” ha dunque più che raddoppiato il prezzo base dell’asta, che era stato stabilito a un milione.

Un dinosauro “made in Trieste” a Parigi per un’asta da capogiro


C’era molta attesa per l’appuntamento fissato nella sede della casa “Binoche et Giquello”, nel cuore della capitale francese, dove “Big Sara” è stato esposto nei giorni precedenti l’asta di Scienze naturali, anche per suscitare la curiosità degli appassionati del genere di tutto il mondo. «Siamo ottimisti – aveva detto Bacchia prima di partire – perché, proprio in questi giorni, uno scheletro del genere è stato aggiudicato per 28 milioni di euro. Non vogliamo volare troppo in alto con la fantasia – aveva aggiunto – ma sappiamo che c’è molta attenzione per il settore da parte dei collezionisti». E stavolta il geologo triestino ha proprio azzeccato la previsione, andando a chiudere un’operazione che sarà ricordata a lungo.

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Inevitabile in via Flavia, nella sede della Zoic, la soddisfazione di geologi, biologi, carpentieri e artisti che affiancano Bacchia nella quotidiana operatività di restauro dei preziosi scheletri. Basta pensare che le ossa di “Big Sara” sono state acquistate, due anni fa, per 350 mila euro. “Big Sara” è un esemplare di grande dinosauro carnivoro, proveniente dai giacimenti fossiliferi americani della Morrison Formation, risalente al periodo Jurassico superiore. Con i suoi 10 metri di lunghezza, l’esemplare si distingue per essere molto grande per il suo genere. Una delle principali caratteristiche sono gli enormi artigli delle zampe anteriori.



Ma la Zoic non intende ora dormire sugli allori. «Abbiamo appena acquistato un altro scheletro, quello di “Big John”», annuncia a questo proposito Georgia Bacchia, principale collaboratrice di papà Flavio: «Si tratta di un triceratopo molto grande, che sottoporremo al consueto lavoro di restauro». Galvanizzati dal successo dell’operazione “Big Sara”, alla Zoic stanno pensando di allestire una sorta di vetrina, per permettere al pubblico di ammirare lo scheletro nelle varie fasi di lavorazione: «Stiamo pensando di attrezzare una parte della nostra sede a sala espositiva – riprende Georgia Bacchia – in modo da poter dare vita, a intervalli regolari, a una sorta di “evento a porte aperte”, in modo che chi è interessato al tema possa vedere dal vivo le fasi dell’intervento». “Big John” non è un carnivoro ed è un esemplare dei famosi dinosauri cornuti.


 

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