L’allarme delle mamme: «Pochi pediatri a Trieste»

Famiglie triestine sul piede di guerra per una riduzione dei pediatri di libera scelta in città, tre dei quali andranno in pensione nel 2015. A gettare benzina sul fuoco il deputato leghista Massimiliano Fedriga che, in una nota, denuncia proprio la mancata sostituzione prevista per chi andrà in quiescenza quest’anno.
L’Azienda per l’assistenza sanitaria n. 1 Triestina smentisce l’esistenza di una situazione di emergenza; ad ammettere la carenza di pediatri è invece il presidente dell’Ordine dei medici di Trieste Claudio Pandullo, che auspica sull’argomento un tavolo di incontro e confronto con la Regione.
I primi malumori si sono fatti sentire a dicembre, quando un gruppo che conta circa 1500 mamme su Facebook ha iniziato ad esprimere preoccupazione a fronte del pensionamento, previsto nel 2015, di tre pediatri. Professionisti stimati e, a detta dei genitori, con molti piccoli pazienti a carico, in parte ora smistati tra altri ambulatori. Alcuni genitori non troverebbero però posti liberi.
A intervenire sulla questione ieri come detto anche Fedriga. «Dopo il taglio ai bonus bebè - ha scritto in una nota, indirizzata soprattutto ai vertici della Regione - una nuova tegola sta per abbattersi sui bambini triestini: non è infatti prevista la sostituzione dei pediatri che andranno in quiescenza e centinaia di famiglie saranno costrette, per evitare le code chilometriche che inevitabilmente si verranno a creare nel settore pubblico, a rivolgersi al privato. Una società che decide di tagliare sulla salute dei bambini - conclude Fedriga - non è solo senza cuore ma crea, attraverso la disincentivazione delle nascite e l’accoglienza incondizionata dei clandestini, i presupposti per il proprio annullamento».
Secca come detto la smentita dell’Azienda per l’assistenza sanitaria, che si è espressa in una nota. «A Trieste non sussiste un problema di carenza di pediatri di libera scelta: il numero infatti è sufficiente rispetto alla popolazione e congruente con le norme vigenti. Ciò che si evidenzia, tuttavia, è una difficoltà per le famiglie legata al fatto che alcuni pediatri risultano più richiesti e non hanno più posti liberi a disposizione (ogni pediatra di libera scelta ha un tetto massimo che non può superare. Alcuni pediatri hanno ridotto il numero di bambini da seguire, ndr). Si tratta di una “difficoltà di allocazione”- continua la nota dell’Azienda - in particolare nel Distretto 3, dove, per rispondere alle esigenze delle mamme di trovare un pediatra libero in zona, è stata avviata la procedura per convenzionare un ulteriore professionista. Per quanto attiene invece la sostituzione dei pediatri che andranno in pensione nel 2015, sono state attivate le procedure, così come previsto dalla normativa vigente», conclude la nota dell’Azienda.
Il problema principale insomma sarebbe legato al fatto che alcuni medici sarebbero particolarmente gettonati dall’utenza, a scapito di altri.
Ma le mamme tuonano via web: «L’Azienda sanitaria dovrebbe domandarsi perché alcuni pediatri hanno pochi pazienti. È chiaro che parlando della salute dei bambini tutti vogliono il meglio per i propri figli».
Ad ammettere l’esistenza di una problematica sentita da tempo è, come si accennava, il presidente dell’Ordine dei medici Claudio Pandullo. «C’è una carenza di pediatri da quattro o cinque anni - spiega il presidente -. Due anni fa siamo stati accolti dalla Regione, alla quale abbiamo chiesto, ottenendole, alcune borse di specializzazione aggiuntive. C’è da considerare poi che la situazione va rivista anche in chiave futura, perché attualmente molti pediatri a disposizione delle famiglie hanno un’età media tra i 53 e i 54 anni. Auspico - conclude Pandullo - che tutti gli attori coinvolti si possano sedere attorno ad un tavolo per discutere: l’Ordine dei medici, che ha l’evidenza dei pensionamenti in atto, la Regione, gli atenei e le sigle sindacali dei medici di famiglia».
Micol Brusaferro
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