L’allarme da Trieste: «Caporalato, piaga anche nel Nordest»
TRIESTE Al secondo giorno di “Contromafiecorruzione”, il convegno nazionale organizzato a Trieste dall’Associazione Libera contro le mafie e dedicato alle regioni del Nordest, si sono contati più di 500 partecipanti, tra cui 100 ospiti tra magistrati, rappresentanti del Terzo settore, giornalisti e scrittori. Tra la mattinata e il pomeriggio di ieri sono state approfondite, all’interno di otto appuntamenti dislocati in diverse parti della città, dal Gopcevich al Sartorio, quattro aree tematiche: le persone, i racconti, le economie e l’ambiente.
Tra queste, particolare rilevanza ha avuto il focus dedicato alle “ecomafie”, termine coniato da Legambiente per indicare l’insieme delle attività illecite mafiose legate proprio all’ambiente, tra cui l’abusivismo edilizio, il traffico dei rifiuti, ma anche i reati economici rivolti all’agricoltura e all’arte. L’approfondimento ambientale ha preso vita in due incontri paralleli. Il primo laboratorio, centrato sullo sfruttamento del suolo e sul traffico dei rifiuti, è stato coordinato da Antonio Pergolizzi di Legambiente. Tra i relatori, il criminologo Marco Monzani dello Iusve (Istituto universitario salesiano di Venezia) che ha messo in luce come, nel nostro Paese, per ogni omicidio si contino fino a 800 vittime di inquinamento ambientale: «Tutti quelli che muoiono perché la mafia sversa rifiuti tossici nelle falde acquifere vengono percepiti come morti di malattia, mentre si tratta di omicidi di mafia». Contemporaneamente è emerso come i rifiuti appaiano per i mafiosi alla stregua di miniere da saccheggiare. «Bisogna anche guardare all’origine del problema. Siamo ancora un paese che aumenta la produzione dei rifiuti– ha osservato Paolo Pileri, docente di Urbanistica al Politecnico di Milano-. Dal 2007 a oggi i rifiuti sono aumentati del 17%. Noi cittadini stiamo aiutando così tutti i crimini possibili, è una nostra responsabilità».
Inoltre, Pileri ha evidenziato le contraddizioni insite negli ordinamenti regionali urbanistici. «Le leggi contro il consumo di suolo consentono il consumo di suolo». Numerosi sono inoltre gli immobili fuorilegge, i cosiddetti “ecomostri”, che in Friuli Venezia Giulia, dai dati del 2017, sono circa 300.
Il secondo incontro ambientale si è focalizzato sulle “agromafie”, le attività criminose compiute all’interno della filiera agroalimentare. Allarmante rimane il fenomeno del caporalato, nonostante il varo della legge 199 del 2016 contro lo sfruttamento e l’intermediazione illecita di manodopera.
«Il caporale funziona – ha fatto notare il giornalista Fabio Ciconte, della Onlus Terra! – e svolge una funzione di intermediazione del lavoro, tra domanda e offerta, che il soggetto privato o pubblico oggi non è in grado di svolgere. È un tema che dobbiamo capire per comprendere la complessità del fenomeno». Il maresciallo maggiore Antonio Dicorato ha fornito invece alcuni elementi relativi al Nordest, parlando in rappresentanza del Comando carabinieri per la tutela del lavoro di Venezia, dove ha sede il gruppo che coordina 24 nuclei dislocati in tutte le province d’Italia. «Dai dati forniti nel 2018, considerando i settori maggiormente coinvolti in questi tipo di reato, ovvero agricoltura edilizia e logistica, sono state perseguite 36 persone, denunciate 31, effettuando cinque arresti».
In totale, quindi, è stata verificata la posizione lavorativa di 247 persone, di cui 47 stranieri irregolari. «Ascoltando queste voci qualificate, emerge che anche a Nordest esistono problemi di caporalato, ma anche presenze non molto definite che si possono ricondurre alla categorie delle agromafie», ha commentato infine il magistrato Gian Carlo Caselli, ex procuratore capo di Torino ora in pensione, tutor del secondo incontro e presidente dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare.
Le sintesi degli 8 incontri saranno restituite oggi all’interno della plenaria di chiusura di “Contromafiecorruzione” che si terrà al Teatro Miela alle ore 9. 30. Nel corso della mattinata, moderati dal giornalista Lorenzo Frigerio, coordinatore di Libera Informazione, interverranno Giuseppe Governale, direttore Direzione investigativa antimafia, Federico Cafiero De Raho, procuratore nazionale antimafia antiterrorismo, e lo stesso don Luigi Ciotti, presidente di Libera. —
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