L’Alfabeto del futuro: comprendere per ripartire più competitivi
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TRIESTE Innovare è diventata la parola magica di questa stagione. Ma non è una moda, riflette invece un bisogno reale e urgente: dobbiamo modernizzare la nostra organizzazione sociale ora, perché sarebbe un peccato imperdonabile non sfruttare il patrimonio di conoscenze e possibilità che abbiamo acquisito e non correggere le storture che frenano il cammino del Paese.
È da questa consapevolezza che più di tre anni fa il nostro gruppo editoriale ha cominciato un viaggio dentro la capacità dell’Italia di fare innovazione. Non per sostituirci a chi ha il compito di tracciare la rotta, ma per interpretare in modo moderno il ruolo che spetta a un giornale: cercare, controllare, informare. Fornire cioè ai lettori gli strumenti necessari a padroneggiare tempi complicati.
È nato così il progetto “L’Alfabeto del futuro”, in cui i giornalisti della Stampa e dei quotidiani territoriali del gruppo hanno unito le forze per trovare imprenditori, manager e ricercatori ispirati dall’innovazione, per fare incontrare esperienze diverse e creare un confronto con i responsabili della politica locale e nazionale. Una sorta di network delle migliori energie che possano aiutarci a essere più competitivi. Il racconto ha preso forma sulle pagine di carta e digitali dei nostri giornali, sui social e con eventi dal vivo divenuti occasione di incontro.
La terza edizione del tour parte domani da Trieste, in un momento in cui la necessità di ricostruire il Paese ferito dalla pandemia rende ancora più indispensabile capire come scartare rispetto al passato. Al Castello di Miramare, con i giornalisti del Piccolo, l’innovazione sarà declinata nel campo di trasporti e logistica, settori che occupano un posto di rilievo nel Piano nazionale di ripresa e resilienza cui affidiamo le speranze di rilancio dell’Italia.
Presenteremo idee, conosceremo buone pratiche, disegneremo linee di sviluppo possibili. Scriveremo insomma un altro pezzo di quell’Alfabeto del futuro che tutti dobbiamo conoscere. Per farlo diventare la chiave di volta vincente abbiamo però bisogno dell’attenzione e del contributo di voi lettori, perché un giornale vive del dialogo con la propria comunità. Un giornale e i suoi lettori respirano insieme: essere costretti a farlo domani attraverso lo schermo di un computer invece che riuniti nella stessa sala è ahimé l’ennesimo frutto amaro dell’emergenza sanitaria, che però anche grazie all’innovazione riusciremo a lasciarci alle spalle.
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