L’agonia di Casa Rassauer, cede una falda del tetto

I residenti di borgo Castello temono che la dimora risalente al 1475 crolli e minacci la stabilità di altre case. Azione legale nei confronti della “Coronini”
Cassa Ressauer (Bumbaca)
Cassa Ressauer (Bumbaca)

Il crollo del vecchio cinema della Stella Matutina rischia di non essere l’unico caso. La “Pompei goriziana” è, purtroppo, ricca di edifici cadenti, disastrati, inutilizzati, che rischiano di crollare da un momento all’altro.

Oggi a preoccupare sono le condizioni di Casa Rassauer, la storica dimora di borgo Castello di proprietà della fondazione Coronini. Più volte sulle pagine di questo giornale ci siamo occupati delle condizioni in cui versa l’edificio risalente al 1475. Oggi c’è una (pessima) novità, come spiega l’avvocato Renato Degiovanni che risiede in borgo Castello. «Dopo il vecchio cinema della Stella matutina la stessa sorte rischia di avere a “Casa Rassauer” edificio della seconda metà del Quattrocento. Le immagini - denuncia il legale - sono eloquenti. Disabitata da anni e lasciata in completo stato di abbandono versa oggi in una progressiva condizione di degrado che negli ultimi mesi ha portato, complice il maltempo di questa estate, al cedimento di una falda del tetto prospicente il cortile interno dell’immobile».

Un particolare della decadenza di Casa Ressauer (Bumbaca)
Un particolare della decadenza di Casa Ressauer (Bumbaca)

«Di proprietà della Fondazione Coronini, se non sottoposta ad immediata manutenzione rischia concretamente di cedere - lamenta l’avvocato Degiovanni -. Infatti tutto fa presagire, ove non si provveda con la massima urgenza alla messa in sicurezza, ad un imminente crollo di parte del tetto». Ma c’è un elemento ulteriore, al cui solo pensiero molte delle famiglie residenti in borgo Castello tremano. «Ove tale situazione si verificasse: oltre all’irreparabile danno al patrimonio artistico costituito dal bene in sé ed al luogo, il castello ed il suo borgo, su cui tanto ha investito l’amministrazione comunale per rilanciare la città quale polo di attrazione turistica nel centenario del primo conflitto mondiale, vi è il fondato timore delle famiglie residenti nelle abitazioni adiacenti di veder minacciata la staticità delle loro case dal rischio che un crollo potrebbe comportare per le loro proprietà: tale da indurli a valutare se attivare una azione legale urgente nei confronti della Fondazione».

«Certo, è davvero paradossale - conclude il legale - che dei cittadini debbano ipotizzare di ricorrere alla Magistratura per tutelare le proprie case dal rischio di rovina di un edificio, autentico pezzo di storia di Gorizia, donato alla città dalla generosità della aristocratica famiglia Coronini, quando nel direttorio della Fondazione, che quel bene dovrebbe amministrare siedono rappresentate proprio tutte quelle istituzioni pubbliche preposte alla conservazione e valorizzazione dei beni strorico-architettonici».

Quell’antica dimora è abbandonata da parecchio tempo ormai: una delle porte d’ingresso non c’è più. L’accesso è libero e, all’interno, si respira aria di degrado e abbandono. Altro che potenziale sede museale, quello rischia di diventare (forse lo è già) un ricovero di senzatetto. Sino a qualche tempo fa c’era anche una bicicletta, arrugginita e abbandonata. E non parliamo della rampa di scale, invasa dai calcinacci e piena di umidità. C’è anche una porta chiusa da un lucchetto: chissà chi sarà il custode della chiave. Dalla fessura si vede che all’interno della stanza ci sono immondizie di ogni genere. Sì, questo è l’altro castello. Che non ci piace.

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