L’Agenzia del lavoro “arruola” i provinciali

La nuova struttura regionale assorbirà 306 lavoratori degli enti destinati a sparire. Stabilizzazione in vista per 55 precari
Ragazze consultano le offerte di lavoro nella bacheca di un'agenzia interinale
Ragazze consultano le offerte di lavoro nella bacheca di un'agenzia interinale

TRIESTE. La prima fase dell’operazione “svuota Province” porta buone notizie per i precari. La giunta Serracchiani, che ha deciso di ricostituire l’Agenzia regionale del lavoro, sposterà la funzione in capo alla Regione. Con questo meccanismo, i 251 dipendenti provinciali del Fvg passeranno in massa alle dipendenze di piazza Unità e i 55 attualmente a termine, chiusa la fase di trasloco, nel giro del prossimo triennio saranno assunti a tempo indeterminato. La mossa è contenuta nella legge che istituisce l’Agenzia, abolita dalla giunta Tondo nella scorsa legislatura. «Nell’arco del prossimo triennio è prevista la stabilizzazione», ha confermato ieri Loredana Panariti, l’assessore regionale competente, a margine dell’illustrazione della norma in Commissione.

L’unico requisito richiesto è un periodo di lavoro continuativo per trentasei mesi, prerogativa che la maggioranza degli interessati può già vantare. «Nell’ambito del progetto complessivo della legge - ha precisato ancora - puntiamo a valorizzare il personale che ha maturato importanti competenze, perché hanno svolto un ruolo specifico nel settore. Sono dipendenti su cui abbiamo molto investito nella formazione».

Il crono-programma indicato nella normativa prevede il passaggio delle funzioni e del personale a luglio. Per le Province si tratta del primo atto di smantellamento dettato da una legge regionale per la quale si attende l’iter parlamentare. Il Fvg intanto fa la sua parte. Il secondo punto sarà la realizzazione di un “masterplan” in cui la Regione, proprio in vista della nuova “Agenzia regionale per il lavoro”, riorganizzerà le iniziative a favore dei disoccupati: i progetti, ora frammentati tra Province, saranno omogenei ed entreranno in un’unica rete. Il piano toccherà tutti i servizi per l'impiego per il periodo 2014-2020, un documento di programmazione che indicherà gli interventi e gli investimenti necessari.

Parte il maxi-trasloco di 1200 provinciali
L'assessore Paolo Panontin con la governatrice Serracchiani

Naturalmente pure i Centri per l’impiego rientreranno sotto il grande cappello dell’amministrazione regionale. Sono una ventina in tutto, tra quanti svolgono un servizio diretto a favore dei cittadini e quanti, invece, gestiscono il coordinamento delle misure previste. È in quest’ottica, cioè nell’ambito di questa rete e in stretto contratto con gli ambiti socio-sanitari, che rientra anche l’avvio del reddito minimo garantito, atteso con una norma che la giunta approverà a giugno. «Puntiamo a imboccare un percorso di miglioramento per la gestione del settore - ha rilavato ancora l’assessore - perché il Friuli Venezia Giulia deve accrescere le proprie performance».

La legge regionale che ripesca l’Agenzia, come si evince dal testo portato ieri in Commissione, è in linea con i provvedimenti nazionali che mirano alla creazione di un nuovo sistema di servizi per il lavoro; oltre che dalla legge del Fvg (la 26 del 2014) sul riordino delle autonomie locali, normativa che disciplina il trasferimento delle funzioni in materia di lavoro, finora in capo alle quattro Province, alla Regione. L’Agenzia entra a far parte della direzione centrale dell’assessorato di Panariti, con precisi obiettivi: garantire la flessibilità organizzativa e operativa nel mercato del lavoro per rafforzare l’efficacia delle iniziative messe in campo e per realizzare un maggior coordinamento con il ministero del Lavoro e la costituenda Agenzia nazionale per l’occupazione. «Pur nella consapevolezza che un aumento dei livelli occupazionali in Friuli Venezia Giulia può derivare solo da un miglioramento della situazione generale con la ripresa degli investimenti pubblici e privati - precisa la norma nelle premesse - è pur vero che da un sistema regionale per i servizi per l’impiego maggiormente funzionale potranno derivare risultati significativi soprattutto nell’incontro tra domanda e offerta».

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