L’aeroporto di Gorizia “ostaggio” di un branco di caprioli

Si allontana l’ipotesi di riapertura il 20 dicembre, la Consortile non ha comunque ancora le chiavi. Adesso la Forestale deve catturarli e trovare un ricovero adeguato
I caprioli all'aeroporto di Gorizia
I caprioli all'aeroporto di Gorizia

GORIZIA Nè Pipistrel, nè Panthera. Ma caprioli. Sempre di animali si tratta, potrebbe dire qualcuno, ma non è proprio così. Succede, infatti, che all’aeroporto di Gorizia doveva essere inaugurato il prossimo 20 dicembre lo stabilimento “Pipistrel” e, contestualmente, lo scalo doveva essere riaperto al volo. Questi gli annunci, questi i desiderata. Non si sa ancora se la data rimane quella buona, ma appare improbabile. La realtà è che, a tutt’oggi, il portone del “Duca d’Aosta” è tristemente chiuso. E, all’interno, scorazzano i caprioli. L’unica anima viva.

 

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Sì, questo è l’ultimo problema - in ordine di tempo - che devono affrontare i vertici della società consortile. A spiegare i termini della questione il presidente Ariano Medeot. «Noi, saremmo anche a buon punto. Abbiamo tutte le carte in mano e abbiamo portato a termine i “compiti per casa” che l’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac) ci ha assegnato. In queste settimane, abbiamo sottoscritto la polizza di assicurazione, messo a punto tutte le pratiche per il presidio anti-incendio e allestito le piste. Manca solamente da effettuare la “prova di portanza” che si svolgerà all’inizio della prossima settimana. Per il resto, tutto è andato e sta andando per il verso giusto. Attendiamo l’ok dell’Enac. Ma...» E dietro che quel “ma” spunta un problema di fauna selvatica. No, questa volta i cinghiali non c’entrano. A mettersi di traverso, in questa fase, è stata una colonia di caprioli che ormai “risiede” da parecchio tempo nell’estesa area aeroportuale. Sarà perché lì, a causa del disuso, è nata una piccola giungla ma gli ungulati hanno trovato il loro habitat perfetto, naturale.

«Secondo alcuni sono dieci, secondo altri sono quindici. Al di là del loro numero, bisogna recuperarli e spostarli altrove. Non si può pensare a un’aeroporto regolarmente attivo se all’interno della pista scorrazzano questi animali. È una questione di sicurezza», annota Medeot. Ma siccome l’Italia è, proverbialmente, il Paese in cui le cose semplici diventano difficili anche una questione come questa sta facendo perdere tempo: tempo prezioso. «Non si può intervenire a cuor leggero - sottolinea ancora il presidente della società consortile -. Se non si fanno le cose seguendo le leggi, si rischia di essere perseguiti penalmente. Abbiamo già allertato la Forestale: presumibilmente sarà lei ad intervenire. Poi, si pone il problema anche di dove portare questi animali».

Della questione è stato informato pure il sindaco Ettore Romoli. Il Comune di Gorizia, infatti, è il socio di riferimento della consortile. «In effetti, ora c’è da risolvere anche il problema dei caprioli. Per il resto, Ariano Medeot mi ha assicurato che il grosso dei lavori preparatori all’apertura è stato effettuato e anche la pista di collegamento chiesta dalla Pipistrel è agibile».

Il primo cittadino rivela di aver incontrato, in occasione della recente inaugurazione dell’aeroporto Friuli Venezia Giulia, la direttrice dell’Enac Nordest, Renata Carli. «Le ho chiesto di farmi un bel regalo di Natale con la consegna delle chiavi e l’apertura al volo dell’aeroporto. Lei mi ha risposto che farà di tutto perché tutto ciò possa avvenire entro l’anno. Al più tardi, l’inaugurazione slitterà ai primi di gennaio ma la strada oramai è in discesa».

Romoli ripete concetti a lui cari. «So di apparire come un disco rotto. Ma mai prima d’ora, in Italia, l’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac) aveva ceduto agli enti locali la gestione di uno scalo e quindi stiamo facendo e abbiamo fatto da “cavia”. Essendo un percorso inesplorato sono giunte richieste di carte, supplementi di carte e i tempi si sono allungati».

E ora, a complicare la situazione, è intervenuta pure la questione dei caprioli.

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