«L’aereo di Missoni? Il recupero spetta al Venezuela»
Sono stati individuati i due aerei caduti al largo dell’arcipelago venezuelano di Los Roques il 4 gennaio 2008 e il 4 gennaio 2013, «ma ora il recupero tocca al Venezuela e noi non possiamo fare altro che pressare le autorità di quel Paese perchè si diano da fare». Lo ha detto il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, nel corso di una conferenza stampa tenuta insieme al capo di Stato maggiore della Marina Militare, ammiraglio Giuseppe De Giorgi e al capo dell’Unità di crisi della Farnesina, Claudio Taffuri. Gabrielli ha ricordato che nei due incidenti sono morti 12 italiani e «si è data l’impressione di una accelerazione delle ricerche solo perchè era coinvolta una famiglia importante, i Missoni, ma non è così. Fin dal 2008 noi abbiamo preso un impegno che è un imperativo morale con i parenti delle vittime a fare di tutto per chiarire quanto successo». Purtroppo, ha aggiunto, «c’è stato uno stillicidio di imprevisti, ritardi burocratici, ma non abbiamo lasciato nulla di intentato».
La storia, ha ricordato il capo della Protezione civile, «inizia con la formazione di una Commissione intergovernativa italo-venezuelana nel 2009 per la quale noi abbiamo stanziato 2 milioni di euro per l’attività di ricerca. Ma solo nel 2010, un anno e mezzo dopo, il Venezuela ha stanziato una cifra analoga. Sono stati - ha proseguito - anni di docce scozzesi, problemi burocratici, risorse da accreditare, guasti alle apparecchiature. Ma finalmente a giugno la nave utilizzata per la ricerca ha individuato in pochi giorni i due aerei: il primo, quello caduto nel 2008, a 970 metri di profondità, il secondo, in più pezzi, a 76 metri».
Adesso, ha sottolineato Gabrielli, «le responsabilità sono totalmente venezuelane. Noi non abbiamo titolo per fare altre azioni nelle acque di quel paese e possiamo soltanto fare un’azione diplomatica affinchè si proceda al recupero degli aerei. Sulla nave che ha fatto le ricerche c’erano tre italiani, abbiamo fatto uno sforzo eccezionale, su quei due aerei non c’erano solo nostri connazionali, ma noi siamo l’unico Paese che si è fatto carico dell’attività di ricerca e non abbiamo mai abbandonato i parenti delle vittime che ringraziamo per la loro paziente attesa».
Presente alla conferenza stampa anche Debora Napoli, sorella di Fabiola che si trovava sull’aereo caduto nel 2008 in viaggio di nozze insieme al marito. «Noi - ha detto - vogliamo capire perchè quell’aereo è caduto e riportare i resti dei nostri cari a casa».
Riproduzione riservata © Il Piccolo