LadyMed, il kit che rivoluziona il modo di scoprire il Papilloma virus
Tutti concentrati sul lancio del nuovo prodotto, previsto in autunno: LadyMed Hpv test a breve sarà in farmacia. L’innovativo kit diagnostico per il rilevamento del Papilloma virus umano (Hpv) conta di rivoluzionarne il sistema di diagnosi rendendolo non invasivo, molto preciso e economico. Tramite studi condotti al Cro di Aviano e all’AsuiTs, il test ha completato la validazione clinica per la marcatura CE - potrà esser venduto in tutta Europa - ed è il primo prodotto di Ulisse BioMed srl, start up innovativa del biomedicale con sede in Area Science Park e fondata nel 2015 da due ricercatori, Bruna Marini e Rudy Ippodrino, 30 e 34 anni all’epoca, entrambi con dottorato in Biologia molecolare svolto in collaborazione con l’Icgeb di Trieste. Cruciale per la nascita della start up l’intervento finanziario di Copernico Sim, società d’intermediazione mobiliare che ha collocato le quote di Ulisse distribuendole tra più di mille soci finanziatori. Dal 2017 Ulisse BioMed ha aperto una base operativa all'Institute of Human virology di Baltimore, Maryland il cui direttore è Robert Gallo, co-scopritore dell’Hiv e della relazione con l’Aids assieme a Luc Montagnier.
L’Hpv è un’infezione molto frequente che si trasmette sessualmente e nella maggioranza dei casi causa infezioni che regrediscono spontaneamente. Da tempo però è sinonimo di cancro al collo dell'utero, i ceppi Hpv16 e 18 sono responsabili di circa il 70% dei tumori della cervice a livello globale. Spiega Marini: «Il Pap test ha contribuito a salvare migliaia di vite umane, ma il test, sviluppato negli anni ‘40, presenta limiti e sta venendo sostituito dai test molecolari per il Dna dell’Hpv, che ora richiedono personale e laboratori specializzati» per prelievo e analisi del campione biologico. «LadyMed Hpv - spiega - è un test semplice e non invasivo che la donna può eseguire comodamente a casa propria, basato su un semplice auto-prelievo, totalmente indolore». E «dopo l’acquisto, userà una piattaforma digitale per attivare il kit e eseguire il test quando vuole, in piena privacy; poi il tampone, spedito gratuitamente, sarà analizzato in una struttura sanitaria d’eccellenza». La positività al test «non significa avere il cancro», ma solo «che va tenuta sotto controllo l’infezione del virus».
Marini e Ippodrino in collaborazione con l'Università Tor Vergata di Roma hanno realizzato un'altra importante invenzione: i nanointerruttori che, formati da Dna sintetico, rivoluzionano la diagnostica clinica captando e “accendendosi” in caso di malattie. «L'invenzione - dice Marini - permette di monitorare il proprio stato di salute da casa tramite un biosensore, simile a quello comunemente usato per misurare il livello di glicemia nel sangue in grado di rilevare istantaneamente la presenza nel sangue di biomarcatori batterici, virali o tumorali, e di monitorare il livello di alcuni farmaci in circolo e l'efficacia dei trattamenti, rendendo le terapie farmacologiche sempre più personalizzate, delineando anche il livello di protezione di un vaccino o di un'immunoterapia». La novità «potrebbe incidere sui costi per screening su larghi strati della popolazione: rispetto ai metodi in commercio il costo è di circa 10 volte più basso». —
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