L'addio di Trieste a don Ragazzoni, “padre” di vita e lavoro per migliaia di giovani

È morto a 90 anni. Storica colonna del Villaggio del Fanciullo dove molti ragazzi impararono un mestiere trovando la “via”
Don Pier Giorgio Ragazzoni
Don Pier Giorgio Ragazzoni

TRIESTE Dopo una vita spesa in prima linea ad aiutare il prossimo e soprattutto i giovani in difficoltà, si è spento, all’età di 90 anni, monsignor Pier Giorgio Ragazzoni. Ospite da anni a Casa Ieralla, soffriva da tempo di diverse patologie, e di recente era risultato anche positivo al Covid-19. Ha incarnato la storia dell’Opera Villaggio del Fanciullo, ne è stato l’anima. Arrivato nella struttura di Opicina come vicerettore a 27 anni, nel 1960 era passato alla carica di direttore e nel 1975 era diventato presidente, per ricoprire infine, negli ultimi tempi, il ruolo onorifico di presidente emerito.

Nato a Cuneo il 7 agosto 1930, frequentò a Trieste il liceo classico Dante, ed entrò successivamente nel Seminario diocesano di Trieste e Capodistria. Venne ordinato presbitero dall’allora vescovo Antonio Santin il 4 luglio 1954 nella cattedrale di San Giusto.

Nel 1977 Ragazzoni si laurea in Psicologia all’Università di Padova – è stato anche segretario dell’Associazione degli psicologi del Triveneto – e nel 1995 consegue il diploma in Bioetica all’Università cattolica del Sacro Cuore a Roma. È stato docente alle scuole medie e pure alla Scuola Superiore di Servizi Sociali di Trieste: impegni che ha sempre svolto con grande slancio e passione, vista la sua vocazione a stare accanto ai più giovani, contribuendo anche alla loro crescita spirituale.

Il suo ministero sacerdotale lo vide impegnato prima come cappellano a San Luigi e poi come vicario cooperatore nella parrocchia dei Santi Pietro e Paolo.

A partire dal 1955 affiancò al suo ministero l’impegno all’Opera Villaggio del Fanciullo. Cuochi, tipografi: sono molte le persone che proprio grazie all’impegno di monsignor Ragazzoni e ai corsi organizzati nelle aule di quel villaggio a Opicina sono riusciti a trovare una strada nella loro vita.

«Non li ho mai contati – rispondeva a chi gli chiedeva quanti ragazzi aveva incontrato e sostenuto nel loro percorso al Villaggio del Fanciullo – ma certamente, a ben pensare, qualche migliaia» .

Nel 1983 fu chiamato dal vescovo Lorenzo Bellomi a ricoprire la carica di vicario generale e, alla morte dello stesso Bellomi, fu nominato amministratore diocesano fino all’ingresso del vescovo Ravignani che, a sua volta, lo incaricò per un anno come delegato generale vescovile, e nel 2004, lo designò delegato vescovile per le Opere di Carità.

La Diocesi di Trieste, in lutto per la perdita di una figura che ha lasciato un segno indelebile nel percorso di crescita umana e sociale della nostra città, nel ricordarlo scrive: «Mentre affidiamo don Pier Giorgio a Cristo Sacerdote e buon Pastore, chiediamo a quanti lo hanno conosciuto, apprezzato e amato, una preghiera di suffragio». La liturgia esequiale, presieduta dal vescovo Giampaolo Crepaldi, si terrà martedì 15 dicembre, alle 10.30, nella cattedrale di San Giusto.—


 

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