L’addio di Allianz alla sede legale: perché Trieste resta un polo strategico

Nel 2007 la grande fusione fra Ras e Lloyd Adriatico: il cda della Spa italiana è stato per anni il salotto buono a Nordest

TRIESTE Lo storico Giulio Sapelli ha scritto che il segreto della storica espansione delle assicurazioni triestine, nonostante il declino industriale della città, proviene da «una economia distinta e speciale». La decisione del consiglio di Allianz Spa di trasferire dal primo gennaio prossimo la sede legale da Trieste a Milano è una di quelle cesure storiche che non passano inosservate anche se -come hanno assicurato i vertici di Allianz- «non ci saranno né ricadute occupazionali, né impatti sul gettito fiscale». Nessun ridimensionamento dunque, garantisce la compagnia che sul tema rinvia tutto all’assemblea straordinaria programmata per il 20 novembre che dovrà modificare lo statuto.

Allianz trasferisce a Milano la sede legale: «Nessun impatto su lavoro e gettito fiscale»


Il direttore generale della compagnia, Maurizio De Vescovi, in un colloquio con il governatore Fedriga, ha escluso contraccolpi all’occupazione. Non ci sono state altre spiegazioni ufficiali oltre al comunicato diffuso venerdì. Si può tuttavia ricordare quanto ci disse lo stesso De Vescovi un anno fa in occasione del grande trasloco dei dipendenti nella nuova ala ristrutturata di Largo Irneri: «Trieste è sempre stato un polo strategico per il nostro gruppo dove hanno sede l’hub per le attività tecniche, l’innovazione e le attività al servizio della clientela retail e delle piccole e medie imprese. Qui viene gestito il settore Vita inviduale e lavora al servizio di tutto il gruppo assicurativo tedesco a livello internazionale la squadra di Allianz Telematics». Sul piano industriale la realtà triestina resta insomma uber alles. Di fatto oggi l’Italia è il secondo mercato assicurativo per il gruppo dopo la Germania. La compagnia guidata dall’amministratore delegato Giacomo Campora opera con oltre 5.000 dipendenti. Un centinaio, secondo stime sindacali, opera negli uffici legati alle attività di sede legale.

Allianz sposta la sede legale a Milano e a Trieste cresce la preoccupazione


In questo nuovo scenario non sfugge l’avanzata e la forza di attrazione dei nuovi simboli. A Milano sono 2.800 i dipendenti delle sedi milanesi che si sono trasferiti un anno fa nella nuova iconica Torre alta 209,2 metri progettata dall’architetto giapponese Arata Isozaki a fianco di quella delle Generali. A Trieste la moderna sede di Largo Irneri, ristrutturata con una spesa di una cinquantina di milioni, occupa circa 1.050 persone. Della Ras triestina, nata nel 1838 per iniziativa della grande borghesia che esercitava nell'emporio triestino il commercio mediterraneo, sopravvive il palazzo della antica direzione centrale, inaugurato nel 1914, oggi trasformato con una sapiente opera di restyling architettonico in un albergo Hilton.

La nascita di Allianz Spa. Nell’ottobre del 2007 la fusione fra la storica compagnia Lloyd Adriatico (fondata nel 1936), Ras e Allianz Subalpina segna così lo sbarco del colosso tedesco a Trieste. Nasce Allianz Spa, la nuova realtà italiana del big assicurativo tedesco che sceglie Trieste come sede legale. La compagnia conta 5.500 dipendenti e una rete formata da circa 2.700 agenti. Amministratore delegato del nuovo gigante delle polizze, all’epoca il secondo maggior gruppo del Paese con 7 milioni di clienti e 6.500 dipendenti, sarà Enrico Tomaso Cucchiani, membro del board di Allianz Se. Nel primo consiglio di Allianz Spa, che si configurerà negli anni come salotto buono dell’economia nordestina, entrano nomi come Ernesto Illy, il genio industriale della famiglia triestina del caffè, e un personaggio di peso del made in Italy come Gilberto Benetton. L'operazione di integrazione fu realizzata sfruttando le conoscenze triestine: fra Monaco e Trieste lavorava una squadra di prima linea, proveniente in gran parte dal Lloyd Adriatico.

All'interno di Allianz Spa il laboratorio Danni diventa (come oggi)riferimento per l'intero gruppo. Il più grande presidente della Ras, Arnoldo Frigessi, importò a Trieste i valori del cosmolitismo, l'europeismo, il culto del lavoro. Se le sedi legali e i simboli se ne vanno, il dna triestino resiste. —




 

Riproduzione riservata © Il Piccolo