L’addio del Fvg a Romoli, politico di altri tempi VIDEO E FOTO

Il presidente dell’aula aveva 80 anni. Pochi giorni fa lo “schiaffo” dal suo partito
Bumbaca Gorizia 02.07.2012 Comune conferenza Sindaci - Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 02.07.2012 Comune conferenza Sindaci - Fotografia di Pierluigi Bumbaca

TRIESTE. «Ettore non c’è più». Arriva nel cuore della notte il messaggio che annuncia la scomparsa del presidente del Consiglio regionale, Ettore Romoli, ricoverato da due settimane nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Udine. Muore all’età di ottant’anni l’ex parlamentare ed ex sindaco di Gorizia, rieletto il 29 aprile con 1.966 preferenze, risultato che ne ha fatto il più votato dei candidati di Forza Italia. Martedì era stato sottoposto a un nuovo intervento chirurgico, ma le sue condizioni si sono aggravate nella giornata di ieri.


La carriera

Romoli era nato il 9 aprile 1938. Laureato in economia all’Università di Trieste, ha svolto la professione di commercialista e quella di insegnante alle scuole superiori. Consigliere comunale di Gorizia negli anni Ottanta tra le fila del Movimento sociale, partecipò alla fondazione di Forza Italia, di cui è stato consigliere nazionale, coordinatore regionale dal 1996 al 2003 e responsabile del Nordest dal 2005. Berlusconiano della prima ora, Romoli venne eletto senatore nel 1994, facendo parte della commissione Finanze. È stato quindi consigliere regionale e assessore alle Finanze dal 1998 al 2001, tornando di nuovo a Roma, stavolta con il ruolo di deputato, dal 2001 al 2006. Per i dieci anni successivi è stato sindaco di Gorizia, lasciando infine il testimone all’amico e collega di partito Rodolfo Ziberna.

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L’ultimo atto

L’ultimo capitolo della parabola dell’esponente politico isontino è stata l’elezione in Consiglio regionale e la sua designazione a presidente dell’aula. Il coronamento di un lungo cursus honorum ma anche l’origine dei suoi problemi di salute. Sebbene avvertito dai medici sulla pericolosità della scelta, Romoli ha infatti preferito rimandare le cure per lanciarsi a testa bassa nella campagna elettorale ed essere certo di ottenere poi la nomina a presidente del Consiglio, vincendo la contrarietà della coordinatrice regionale berlusconiana Sandra Savino, con cui la distanza politica era diventata incolmabile negli ultimi tempi.

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Battitore libero

Romoli rappresentava la tradizione azzurra in Friuli Venezia Giulia, avendo partecipato alla fondazione del partito berlusconiano ed essendo stato eletto in parlamento ai tempi della “rivoluzione liberale” del 1994. Negli ultimi anni, la sua posizione all’interno di Forza Italia era tuttavia entrata in frizione con la leadership espressa da Savino e dall’attuale vicepresidente della Regione, Riccardo Riccardi. Distanza politica ma anche nella modalità di concepire le relazioni personali e di partito, che gli era costata la bocciatura da parte dei vertici locali quando Silvio Berlusconi aveva valutato anche il suo nome tra i possibili candidati alla presidenza della Regione. Erano i giorni del balletto azzurro per la scelta della guida della coalizione: un passaggio surreale per modalità e durata, da cui Romoli aveva preferito tenersi in disparte, convinto da subito che la designazione del leghista Massimiliano Fedriga in ticket con Riccardi fosse l’ipotesi migliore per caratteristiche degli uomini e rapporti di forza dopo le elezioni politiche.

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Gli ultimi mesi

I dissidi interni non avevano impedito a Romoli di candidarsi e sbancare il collegio isontino, mettendosi a disposizione per la presidenza del Consiglio. Esperienza e collocazione autonoma all’interno di Forza Italia lo rendevano d’altronde il nome ideale per garantire la Lega e le opposizioni, che non a caso hanno deposto nell’urna alcuni voti col suo nome come gesto di apertura. Nonostante il peggiorare dei suoi problemi di salute e le cure debilitanti già cominciate, Romoli è riuscito a presiedere la seduta d’apertura del consesso di piazza Oberdan, restando al suo posto anche in occasione della presentazione del programma di governo da parte del presidente Fedriga.

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Il finale grottesco

Il giorno della terza sessione d’aula Romoli era già ricoverato a Udine. Gli ultimi momenti sono quelli della scomunica emessa dalla coordinatrice Savino per la decisione del presidente di rinnovare di alcuni mesi il contratto del capo di gabinetto uscente, nonostante la sua vicinanza al Pd. Per Savino, Romoli era andato «fuori dalle linee del partito». Uno schiaffo a un uomo garbato e dal profilo istituzionale, assestato in un momento di difficoltà, quando la replica era purtroppo ormai diventata impossibile.

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