L’addio alla ciminiera di Straccis resa unica dai suoi mattoni a vista

La storia della Manifattura Tabacchi sorta nel 1953 e durata pochi anni Domani l’edificio ormai abbandonato perderà la sua struttura simbolo 
Bumbaca Gorizia 06.12.2019 ciminiera ex tabacchificio © Foto Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 06.12.2019 ciminiera ex tabacchificio © Foto Pierluigi Bumbaca

PUNTI DI VISTA



La Manifattura Tabacchi nasce a Straccis nel 1953, durante i 13 anni del sindaco Ferruccio Bernardis che vedono un grande sviluppo della città, grazie alla zona franca per Gorizia sciaguratamente eliminata nel 2007 con l’acquiescenza dell’amministrazione comunale del momento.

Negli anni Ottanta viene dismesso lo stabilimento costruito pochi anni prima, ma con alcune prospettive: acquartieramento della Polizia che poi andrà all’ex ospedale alla Casa Rossa; sede dei Carabinieri che dovevano lasciare via Sauro ma che preferiranno le Magistrali di corso Verdi. Era un periodo in cui ancora si cercava di organizzare la città, programmando. Così l’ipotesi del senatore Darko Bratina (1942-1997) di una “Cittadella della Finanza”, con tutte le funzioni finanziarie dello Stato in un solo luogo: Catasto, Ufficio Imposte, Registro, Iva, Guardia di Finanza e così via, in un unico complesso con un grande parcheggio, non troppo decentrato e facilmente raggiungibile dall’utenza. L’Ufficio Registro vi si è pure insediato per qualche mese poi però, scomparso Bratina, l’iniziativa è sfumata e nel 2011 il complesso abbandonato e ormai cadente è “cartolarizzato” a privati.

Il progetto, con la firma dell’ingegnere Diego Corsani dell’Ute di Gorizia, non prevedeva inizialmente la ciminiera, realizzata un paio d’anni dopo con i calcoli anti bora dell’ingegnere De Luca, tra le ultime in mattoni al posto del più semplice cemento armato. La canna in mattoni a vista, altezza 35 metri, 2,35 alla base, 1,35 in sommità, destò l‘interesse del Soprintendente Luca Rinaldi che ne decise per il vincolo, facendone istruire la pratica. Ma i soprintendenti cambiano, gli uffici chiudono, i funzionari pensionano, nuovi ne arrivano (ma di meno) e chissà dov’è finita a far polvere la dichiarazione d’interesse culturale della ciminiera di Straccis, motivata dal valore di monumento dell’archeologia industriale, nonché oggetto commemorativo dello stabilimento tabacchi e quale «esempio di singolarità tipologica, in quanto è costruita secondo delle prassi costruttive e strutturali della fine del XIX secolo». Difficilmente la sua demolizione porterà vantaggio alla città. –





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