L'addio a Romoli e l'oltraggio che dilania Forza Italia

L'addio al presidente del Consiglio regionale fra la cacciata di Forza Italia e le accuse in chiesa. Il figlio Andrea, dopo il caso Savino, manda via i due Camber e Novelli. E poi parla di «sciacalli»
Bumbaca Gorizia 16.06.2018 Funerale Romoli © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 16.06.2018 Funerale Romoli © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Gorizia dà l'addio a Ettore Romoli

GORIZIA. Un grande abbraccio collettivo ha salutato Ettore Romoli, sabato mattina nella sua Gorizia. A dare l’addio al vecchio leone c’era un’intera comunità cittadina, con migliaia di persone che fino all’ultimo momento possibile hanno reso omaggio al feretro nella camera ardente collocata nel foyer del teatro Verdi. Ma è anche l’intera comunità politica del Friuli Venezia Giulia ad aver portato il proprio ossequio a Romoli, che nella sua carriera è stato senatore e deputato, consigliere e assessore regionale, sindaco e infine presidente del Consiglio regionale. Alleati e avversari, tutti uniti nel rispetto di un uomo delle istituzioni trasversalmente stimato. Tutti uniti, a eccezione di Forza Italia, di cui Romoli è stato tra i fondatori, ma i cui vertici locali non hanno preso parte alla cerimonia.

L'addio a Romoli: folla nella camera ardente a Gorizia

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La cacciata degli azzurri

Già venerdì i figli Andrea e Francesca avevano fatto sapere alla coordinatrice azzurra, Sandra Savino, il proprio desiderio di non vederla presente al funerale.

Dopo la scomunica lanciata da quest’ultima, nonostante Romoli fosse ricoverato da giorni in terapia intensiva, la famiglia considerava un oltraggio alla memoria del padre la volontà di Savino di presenziare ugualmente alle esequie. La deputata non si è vista, ma sabato lo scontro tra i Romoli e lo stato maggiore di Forza Italia è esploso, quando il figlio Andrea ha personalmente cacciato dalla camera ardente, in momenti diversi, prima l’ex senatore Giulio Camber, poi il consigliere regionale Piero Camber e il deputato Roberto Novelli. Saputo dell’accaduto, il vicepresidente della giunta, Riccardo Riccardi, ha cancellato il pur programmato arrivo a Gorizia e lo stesso hanno fatto i senatori Franco Dal Mas e Laura Stabile.

Assente anche l’assessore berlusconiana Tiziana Gibelli. Tra i forzisti hanno fatto invece capolino il parlamentare Guido Pettarin, i consiglieri regionali Piero Mauro Zanin, Franco Mattiussi e Mara Piccin, oltre all’ex Bruno Marini e alcuni dipendenti del gruppo regionale. Unico personaggio non locale, l’europarlamentare Elisabetta Gardini.

FVG, addio al presidente del Consiglio regionale Ettore Romoli


Gli altri partiti

Al gran completo si è presentata la delegazione della Lega, capitanata dal presidente Massimiliano Fedriga e dagli assessori Sebastiano Callari, Graziano Pizzimenti, Pierpaolo Roberti, Barbara Zilli e Stefano Zannier. Diversi anche i consiglieri del Carroccio, a cominciare dal capogruppo Mauro Bordin. Fra gli alleati, presenti anche gli assessori Fabio Scoccimarro e Sergio Bini, i deputati Renzo Tondo e Walter Rizzetto. Numerosi i sindaci in fascia tricolore di ogni schieramento, tra cui i primi cittadini di Udine e Monfalcone, Pietro Fontanini e Anna Cisint.

Il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza si è fatto invece rappresentare dal vice Paolo Polidori. Presenti inoltre i vicepresidenti del Consiglio, Stefano Mazzolini e Francesco Russo. Nutrita anche la pattuglia dem, con la senatrice Tatjana Rojc, il segretario Salvatore Spitaleri e svariati consiglieri. Hanno portato il saluto del M5s, il viceministro Vincenzo Zoccano, la deputata Sabrina De Carlo e la consigliera Ilaria Dal Zovo.

L’addio del Fvg a Romoli, politico di altri tempi VIDEO E FOTO
Bumbaca Gorizia 02.07.2012 Comune conferenza Sindaci - Fotografia di Pierluigi Bumbaca


Il discorso del figlio

Nell’orazione funebre, Andrea Romoli si è nuovamente scagliato contro i vertici di Forza Italia. «L’affezione di mio padre era assolutamente curabile – ha spiegato – se affrontata nei tempi giusti, ma lui aveva una battaglia da combattere. I medici lo avevano supplicato di operarsi quattro mesi fa ma sapeva che se si fosse mostrato debole i suoi nemici, gli sciacalli che non aspettavano altro che vedere il vecchio leone in difficoltà, gli si sarebbero buttati addosso. E così mentre ogni giorno le forze lo abbandonavano, quegli uomini piccoli cercavano di fare il vuoto attorno a lui per farlo crollare».

Non manca il passaggio sulla momentanea conferma del capo di gabinetto, Adriano Baiutti, nonostante la vicinanza al Pd: «Conscio ormai dell’aggravarsi della sua situazione, mio padre ha voluto assicurare la continuità dell’ufficio di presidenza. Per questo gesto di responsabilità ha patito l’onta di essere espulso dal partito che aveva contribuito a creare, poche ore prima della sua morte. La sua colpa è stata quella di non volersi piegare a meschine logiche di potere».

Il giorno dell’addio al presidente Romoli. In migliaia a Gorizia FOTO e VIDEO


Ziberna e Fedriga

In chiesa, un commosso sindaco Ziberna ha ricordato «l’onorevole zio Ettore, maestro di politica ma prima ancora di vita. Mai avrei potuto pensare, quella notte di venticinque anni fa in cui riuscimmo a convincerlo ad accettare la candidatura al Senato nelle liste di Forza Italia, che avremmo percorso insieme un cammino così lungo. La Gorizia di oggi e di domani hanno in sé una importante componente disegnata da Ettore». Il governatore Fedriga ha detto di voler «fare soltanto una promessa a Ettore: quella di riuscire a essere all’altezza dell’insegnamento che ci ha dato con la sua vita». Fedriga lo ha commemorato «non soltanto come sindaco o deputato, ma come persona con grandi doti umane. Sarebbe stato un valido e autorevole presidente del Consiglio regionale. L’aver lavorato al suo fianco in questa mia esperienza alla guida della Regione è stato un grande onore».

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