«L’acquisto di Kolonel? Un’operazione industriale»

L’advisor: «Ci sono state resistenze politiche e territoriali. Ma i timori sono del tutto ingiustificati»
«Non c’è alcuna avventura dietro all’acquisto delle azioni della Kolonel e nemmeno mire di tipo speculativo: si tratta semplicemente di un’operazione industriale da parte di un imprenditore italiano che vuole investire in Slovenia».

Così Pierpaolo Cerani - il numero uno di Diaco diventato proprietario del colosso economico a cui fanno capo marchi come Lasko, Union e Mercator -, replica a quanti, oltreconfine, guardano con sospetto all’operazione. Una linea, la sua, ribadita con forza anche dall’avvocato Giorgio Spanio che, come advisor legale, ha curato l’acquisizione di Kolonel per conto della holding dell’imprenditore triestino Iniziative Generali ’96. «Pensare che Cerani sia un prestanome che agisce per conto del vecchio proprietario del gruppo (l’imprenditore sloveno Bosko Srot ndr) è ridicolo - afferma Spanio - . La situazione è chiara e semplice: siamo di fronte ad un imprenditore che ha scelto di cogliere un’opportunità giudicata imperdibile: acquisire una realtà che ha in sé grandi margini di crescita e ampliarne la rete distributiva.


Le resistenze, politiche e territoriali, che l’acquisizione ha incontrato finora sono quindi del tutto ingiustificate. È un errore pensare che, con l’arrivo di un imprenditore italiano, la Slovenia possa rimetterci. In realtà da questo passaggio di proprietà potranno arrivare solo vantaggi. L’obiettivo di Iniziative generali ’96 - conclude Spanio - è infatti risanare la situazione debitoria di partenza e migliorare il conto economico del gruppo Konovel. Il fatto che dietro all’operazione ci sia un imprenditore italiano non rappresenta un pericolo. Questa, del resto, è la globalizzazione di cui tanto si parla».

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