Laboratorio e museo sul confine nell’area dell’ex valico del Rafut
GORIZIA Un laboratorio storico negli spazi dell’ex valico del Rafut, già ristrutturato con fondi europei ma sino ad oggi mai utilizzato compiutamente.
È il progetto ambizioso e originale denominato “Lasciapassare/propusnica” su cui sta lavorando il Comune per arricchire Gorizia di progetti culturali, turistici e didattici, finalizzati anche alla candidatura della capitale europea della cultura delle due città.
Intanto, per sei mesi, la struttura è stata ceduta all’Azienda sanitaria Bassa friulana-Isontina per il “Progetto adolescenti”. L’immobile è stato concesso al servizio di Neuropsichiatria infantile che ha curato l’iniziativa di carattere transfrontaliero, rivolta ai giovani dai 14 ai 20 anni.
Più a lungo termine l’altro progetto che prevede la realizzazione del laboratorio storico aperto, dedicato alla vita di confine nel periodo di stabilizzazione del confine sino alla sua caduta, con focus principalmente tra gli anni ’60 e ’80. Attraverso installazioni multimediali, creazione del contesto fisico confinario, barriere, controlli, passaporti, visite guidate e viaggi di qua e di là del confine «si intende offrire - si legge nella delibera della giunta - un’esperienza didattica, culturale e turistica che ponga la storia del singolo, la quotidianità della vita di chi passava la frontiera (le speranze, le gioie, le paure, gli affetti e il senso della scoperta) che caratterizzava quell’esperienza al centro del progetto. L’idea è di partire dalle piccole storie quotidiane, attraverso un lavoro di ricerca e di raccolta, di ricostruzioni delle voci e delle storie, degli oggetti e delle prassi di vita quotidiana messe in atto dagli abitanti delle città, per giungere poi alla formulazione e alla scoperta di come era la vita in una città divisa, ricca di confini pedonali e secondari, di percorsi più o meno ufficiali e di come la continuità fra i due tessuti territoriali e sociali permanesse, nonostante la grande storia fosse segnata dalla cortina di ferro. Il progetto va a costituire un importante tassello del percorso culturale, didattico, turistico, di socializzazione anche con il forte coinvolgimento della società civile oltre che delle istituzioni».
Molto soddisfatto il sindaco Rodolfo Ziberna che ricorda come questa nuova area espositiva potrà collegarsi con il Museo del contrabbando che già esiste pochi metri più in là, in Slovenia, valorizzando il percorso pedonale e turistico a cavallo del confine. «Il tutto - annota il primo cittadino - rientra nel nostro programma di interventi per far conoscere sempre più Gorizia e il suo territorio a livello nazionale ed internazionale, puntando a realizzare eventi culturali, iniziative turistiche e di intrattenimento, nella convinzione che l’animazione territoriale contribuirà alla rivitalizzazione economica, e commerciale in particolare, fortemente condizionata dalla persistente congiuntura economica negativa in atto, come definito dal Documento unico di programmazione, allegato al Bilancio 2019-2021».
La giunta ha così approvato l’idea-progetto “Lasciapassare propusnica Gorizia-Nova Gorica: La vita sul confine-laboratorio storico nell’ex casello confinario del Rafut”. L’importo complessivo sarà di 26.100 euro.
La storia della casetta si lega alla partecipazione del Comune di Gorizia, nel 2009, al progetto denominato Sea-Social economy agency, Agenzia per l’economia sociale, Socialna ekonomska agencija, proposto dalla Lega delle Coop Fvg. In base al progetto la casetta doveva diventare sede permanente dell’Agenzia con il recupero dell’immobile, almeno in teoria, perché «verificata l’assenza delle condizioni necessarie per la costituzione dell’Agenzia, come comunicato da Legacoop la struttura è rimasta inutilizzata». —
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