La vita in montagna della partigiana Mira

ROMANS. Davanti a un folto pubblico è stato presentato nei locali di “Casa Versa 1834”, della famiglia Zotter, a Versa di Romans d'Isonzo, il libro dal titolo “Mira” sui monti la libertà”. Curato...

ROMANS. Davanti a un folto pubblico è stato presentato nei locali di “Casa Versa 1834”, della famiglia Zotter, a Versa di Romans d'Isonzo, il libro dal titolo “Mira” sui monti la libertà”.

Curato dal professor Ferruccio Tassin e pubblicato dal Circolo ricreativo sportivo filodrammatico di Versa, col contributo della Bcc di Staranzano e Villesse, il libro parla del diario di una partigiana della Carnia, Lucia Cella, nome di battaglia “Mira” (Tolmezzo 1920 – Cividale 1996), che non ha esitato a lasciare il lavoro in segheria per salire in montagna coi partigiani uomini, per difendere la sua terra.

Ne hanno parlato Luciano Patat, storico, membro del direttivo del centro “Leopoldo Gasparini” di Gradisca, quindi Ferruccio Tassin, vicepresidente dell’Istituto di storia sociale e religiosa di Gorizia. Hanno portato il loro saluto anche il presidente del Circolo di Versa, Ilario Godeas, seguito da Bernardino Spanghero, presidente provinciale Anpi di Udine, mentre Anna Maria D’Auria e Maria Teresa Micovilovich hanno letto alcuni brani del diario.

Un diario importante - come ha rilevato nel suo intervento Patat – sia sotto l'aspetto umano sia come contributo a conoscere meglio la storia della Resistenza sul territorio della nostra regione.

«Un diario semplice - ha sottolineato invece Tassin - che rievoca le lotte che “Mira”, giovane sergente poi tenente in un reparto della divisione Garibaldi, sostenne, con fatiche e patimenti tra il 1944 e il 1945 sulle montagne della Carnia. Sullo sfondo ci sono le varie componenti della Resistenza, l’invasione dei “Cosacchi” e le loro efferatezze, con quelle di fascisti e tedeschi».

Lucia Cella “Mira” ha lasciato il manoscritto in eredità al figlio Moreno Marchetto, che attualmente risiede a Versa, che lo ha voluto pubblicare. Il testo è corredato da una documentazione fotografica, che racconta come Lucia Cella è diventata “Mira” in una fase della vita che ha voluto far conoscere ai familiari e che ora tutti potranno apprezzare per i valori di cui è intessuta.

Edo Calligaris

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