La visita dei russi al cimitero di Brazzano nel 2019: mobilitati i servizi segreti

Le visite dei diplomatici di Mosca tre anni fa a Cormons hanno insospettito gli 007. Il presidente della Società Cormonese Austria: «Parlavano solo di Celentano»
Stefano Bizzi
La visita dei diplomatici russi nel 2019
La visita dei diplomatici russi nel 2019

CORMONS Le visite dei diplomatici russi al cimitero militare austroungarico di Brazzano organizzate dalla Società Cormonese Austria nel 2019 sono finite nel mirino dei servizi segreti e, di conseguenza, anche il presidente dell’associazione è stato “attenzionato” dai carabinieri. Dopo l’arresto del capitano di fregata della Marina Militare italiana Walter Biot, accusato di spionaggio, Gian Battista Panzera è stato ascoltato dagli 007 italiani come persona informata dei fatti. A rivelarlo è stata la puntata di Report andata in onda lunedì sera su Raitre.

Tra gli oltre 500 soldati di diverse nazionalità sepolti al cimitero cormonese riposano anche 150 russi fatti prigionieri sui fronti della Galizia e dei Carpazi dall’esercito austroungarico durante la Prima guerra mondiale e morti nel campo di prigionia di Brazzano tra il novembre 1917 e l’ottobre 1918. Prendendo spunto dalla pubblicazione del libro “Cormons - Brazzano 1917-1918”, edito dalla Società Cormonese Austria, l’associazione nel marzo 2019 aveva invitato l’ambasciatore di Mosca a Roma, Sergey Razov, a visitare il cimitero isontino per rendere onore ai suoi connazionali morti durante la Grande Guerra. A maggio due addetti militari aggiunti dell’ambasciata russa a Roma avevano visitato il camposanto della frazione cormonese soffermandosi sulle tombe dei loro connazionali. Erano il maggiore Eugeny Sapozhkov e il colonnello Dimitry Ostroukhov. Quest’ultimo è il diplomatico russo che la sera dell’arresto di Biot si trovava in macchina con l’ufficiale della marina italiana e che, per questo, era stato espulso insieme all’addetto militare dell’ambasciata di Mosca a Roma Aleksej Nemudrov.

Proprio Nemudrov aveva organizzato la cerimonia al cimitero di Brazzano nel novembre 2019, ma all’ultimo non si era presentato. Sempre lui aveva però invitato Panzera nella sede diplomatica capitolina per consegnargli la medaglia al merito del ministero della Difesa russo “per attività svolte per il mantenimento della memoria dei soldati russi morti per la difesa della Madre Patria”.

Su questi “intrecci” i servizi segreti avevano voluto vederci chiaro sentendo Panzera come persona informata dei fatti. Ma dal servizio andato in onda, sembra che il capitolo non sia stato ancora chiuso dal momento che durante l’intervista organizzata al cimitero di Brazzano si è improvvisamente materializzata una pattuglia del Norm di Gradisca.

Già durante la trasmissione, il presidente della Società Cormonese Austria ha spiegato che i rapporti con la delegazione russa non sono mai andati oltre a quelli istituzionali e lo ha confermato anche ieri. «Ogni volta che venivano i russi, informavo sia il sindaco, sia i carabinieri - ricorda Panzera -. Quando i due ufficiali sono venuti per il sopralluogo, prima siamo stati in municipio, poi al cimitero, quindi a pranzo. E al ristorante - rivela Panzera - l’addetto militare ha continuamente parlato delle canzoni di Celentano». Celentano o meno, l’associazione e il cimitero sono finiti, loro malgrado, al centro di un intrigo internazionale. E chissà se tra le sepolture di Brazzano gli 007 russi hanno ricevuto davvero informazioni segrete

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