La via balcanica della droga, è traffico record di eroina

BELGRADO. L’ultima operazione, in ordine di tempo, si è svolta l’altro ieri in Croazia, con arresti anche in Bosnia. Il bilancio è di una ventina di fermati, parte di un gruppo che sarebbe stato coinvolto nel trasporto, in tre anni, di 15 tonnellate di marijuana ma anche cocaina dall’Albania alla Croazia via Montenegro e Bosnia. Un’altra operazione è di pochi giorni fa, con la scoperta di una gang albanese - con ramificazioni in Slovenia, Svezia, Olanda e Germania - che trasportava cocaina ed eroina verso l’Europa occidentale. E poi c’è la mega-confisca del temibile “Captagon” – oppiaceo sintetico usato dai jihadisti - al Pireo; e tanti altri arresti per episodi minori, a posti di frontiera più o meno battuti, di piccoli trasportatori di polvere bianca intercettati dai doganieri.
Sono flash dai Balcani, regione che rimane fonte e area di transito per gli stupefacenti in viaggio verso l’Europa. Non sono solo le notizie di cronaca a suggerirlo, ma anche rapporti di organizzazioni più che autorevoli come Unodc, l’Ufficio Onu per la lotta alla droga e al crimine organizzato, che giorni fa ha riacceso il faro sui traffici che scorrono lungo la “Rotta balcanica”. Lo ha fatto nella versione aggiornata della sua “bibbia” sul business globale della droga, il World Drug Report 2019, dove vari passi segnalano che la “Balkan Route” è tutt’altro che chiusa, non solo per quanto riguarda i passaggi di migranti ma anche quello delle droghe.
A preoccupare le Nazioni Unite, in particolare, è l’eroina, che assieme ad altri oppioidi è segnalata in aumento del 56% nelle preferenze dei consumatori mondiali. Per essere smerciata in Europa l’eroina continua a passare soprattutto per i Balcani, che detengono un grigio record: la Rotta che attraversa la regione resta infatti «il percorso più trafficato a livello mondiale» per il trasporto di “ero”, si legge nello studio. L’eroina arriva per vie segrete «dall’Afghanistan», attraversa poi «la Repubblica islamica dell’Iran e la Turchia», prima di entrare nei Balcani, dove nel 2017 si è registrato «il 47% delle confische di eroina e morfina a livello globale», Afghanistan escluso, ha segnalato l’Onu, sottolineando che tutte le altre rotte, come quella via Africa o Russia, restano «meno importanti e in calo» per volume dei flussi.
E i sequestri si sono moltiplicati in Europa, soprattutto grazie «al triplicarsi delle confische nell’Europa sudorientale», in testa Turchia, Bulgaria e altri Paesi balcanici, ha segnalato il report suggerendo che dove vengono effettuati sequestri si registrano anche flussi in aumento. «Siamo preoccupati che la Rotta balcanica sia indicata come quella più usata a livello mondiale per l’eroina», ha confermato Dubravka Plejić Marković, la rappresentante croata presso l’Onu. Il traffico dalla Turchia alla Bulgaria percorre poi vari “canali”. C’è quello via «Romania e Ungheria», ma anche quello «lungo i Paesi balcanici e da lì verso l’Europa occidentale e centrale», la meta finale.
Ma non c’è solo l’eroina. Già l’anno scorso Frontex aveva indicato nella cannabis una delle droghe «più individuate» soprattutto in Albania, oltre che in Montenegro, Bosnia e Kosovo. A corroborare il quadro anche il Dipartimento di Stato Usa, che qualche mese fa ha confermato che la regione, Albania in testa, è sempre più un’area di «transito» non solo per droghe leggere, ma anche «per cocaina ed eroina» che elementi del crimine organizzato trasferiscono «dai Paesi di produzione ai mercati europei», via Balcani. —
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