La Venezia Giulia e il nuovo ruolo economico
TRIESTE Nel breve volgere di una giornata si è realizzata una visione. La Venezia Giulia ha assunto un volto e non è né nostalgico né lamentoso. La Camera di commercio ha messo insieme un progetto che si è spinto fino a osare una decina di proposte da mettere in cantiere per migliorare l’assetto industriale e far correre più spedita l’economia. Chi è vecchio del mestiere, sa bene che queste iniziative marciano in due fasi. La prima è, appunto, quella dell’ideazione e dell’elaborazione di una visione. Ambedue hanno da essere ampie. La seconda consiste in un solerte avanzamento, compatibilmente con le possibilità e i finanziamenti. L’illustrazione del progetto è, com’è ovvio, solo l’inizio della costruzione di quei pilastri per i quali serve poi una solida piattaforma.
Quella immateriale è la più sfidante, nella parte in cui invita tutte le intelligenze (università, centri di ricerca, scuole) a convergere in una sorta di federazione. Immaginando le ritrosie di quel mondo, sospetto che non sarà semplice, mentre paiono più realizzabili alcuni impegni materiali, soprattutto se legati alla portualità, perché lì l’aria è cambiata da un pezzo. Dalla presentazione alla realizzazione, dunque, il passo non sarà breve. Attendiamo, pronti a spronare il trust di intelligenze che si è messo a disposizione.
In un dossier così corposo si possono trovare molti spunti. Ne vorrei suggerire uno. È fortemente limitante la mancanza di attenzione alle questioni di genere. Il talento femminile non può essere ignorato o ridotto a quote rosa. In un progetto di sviluppo così ambizioso il tema va perseguito, vorrei dire esibito, per tracciare una linea di demarcazione fra il prima e il dopo. Che è esattamente il senso della proposta della Camera di commercio.
Riproduzione riservata © Il Piccolo