La truffa del vaglia sbarca in città dopo un annuncio su Subito.it

Esplosa a Rovigo lo scorso ottobre la truffa del vaglia, dopo aver toccato Gorizia, ha fatto ora capolino anche in città, dove una monfalconese di 52 anni, martedì, ha subìto un tentativo di raggiro cui ha prontamente reagito con la denuncia al commissariato di via Foscolo. Una manciata i casi già registrati nell’Isontino, dunque il messaggio è di prestare la massima attenzione. Nessun euro perso per la donna, ma le sono stati comunque carpiti dati sensibili – nome, cognome e codice fiscale – che con ogni probabilità potrebbero essere usati prossimamente per mettere in atto altri imbrogli.
Tutto è nato da un semplice annuncio veicolato sul popolare portale di Subito.it. Dove è stata posta in vendita una camera da letto, vecchia di 30 o 40 anni e di proprietà della suocera della donna, al prezzo di 300 euro. «Un annuncio – dice – nato disgraziato, visto che quando lo misi alcuni mesi fa il primo a rispondermi fu un utente dalla Costa d’Avorio già segnalato per frodi dallo stesso sito, tant’è che lasciai cadere quel contatto nel vuoto». Tre mesi dopo il portale di inserzioni gratuite ricorda alla cittadina che il suo annuncio è quasi in scadenza: davanti al bivio se rinnovarlo o meno, propende per la prima opzione e così il testo risale in classifica. Ed è quello il momento in cui la coppia di truffatori – un uomo e una donna – che professa di telefonare da Bologna getta l’amo, chiamando l’inserzionista.
«Alla presunta acquirente, che in seguito mi farà giusto qualche domanda sull’articolo, senza neppure contrattarne il prezzo – prosegue la 52enne –, chiedo come mai sia interessata a una camera così fuori moda e lei replica di avere una madre cui piacciono tali articoli. Mi dice poi che quest’ultima intende trasferirsi a Venezia, per giustificare l’interessamento da Bologna, parsomi dall’inizio strano, e mi chiede se è possibile effettuare il pagamento tramite circuito PayPal». La donna replica che vi si appoggia sia tramite c/c (che però preferirebbe evitare) e carta prepagata. Allora l’altra replica che c’è anche un sistema nuovo, ne è al corrente perché suo “marito” lavorerebbe in Posta. Subodorando qualcosa di anomalo, la 52enne tutt’altro che sprovveduta dice che proverà a verificare allo sportello di via Parini la modalità proposta, parlandone con gli impiegati. Segue un silenzio di un paio d’ore, cui la monfalconese attribuisce volontà di rinuncia, invece alle 18.45, guarda caso a ridosso dell’orario di chiusura delle Poste, la truffatrice si fa viva e propone un vaglia telematico per il versamento della cifra pattuita. Nella telefonata vengono richiesti, e dall’altra parte dati, nome e cognome e codice fiscale. Ovviamente quelli dell’imbrogliona risulteranno poi non corrispondere alla realtà, ma in quel momento la 52enne non può saperlo. La controparte inoltre comunicherà un codice per poter effettuare l’accreditamento.
La monfalconese tenta di ritornare allo sportello per gestire la procedura con un impiegato, ma appunto la chiusura è agli sgoccioli e così dall’altra parte del telefono viene proposto di attivare l’operazione – assicurando che si sarà guidati durante tutta la procedura – allo sportello del Bancoposta. La bolognese, passa la parola al “marito”, l’“esperto” delle poste e siccome ci sono quattro persone in fila quest’ultimo temporeggia chiedendo nuovi particolari sulla camera, per rincuorare la venditrice sulla bontà dell’offerta. Arrivato il turno, la monfalconese inserisce la prepagata, perché sa di avere meno di 2 euro e dunque non rischia granché, ma con quel tipo di carta la procedura “innovativa” non funziona (lo dice il tizio), sicché la monfalconese, sempre più dubbiosa, inserisce la propria carta bancoposta. L’uomo guida le operazioni suggerendo perfino i pulsanti da cliccare, poi detta il codice per il famoso vaglia online che la donna aspetta di incassare. Per rincuorarla le dice: «Vedi? C’è scritto 1.199 euro: è il mio saldo. Ora metti il tuo pin per l’accredito». Qui la donna sussulta, intuendo che sta rischiando di versare su un conto altrui il denaro, anziché incassarlo: «Non metto alcun pin – ribatte infatti –, inserisci il tuo». Le cose si mettono male per il truffatore che, indispettito, butta giù il telefono. La monfalconese riprova a chiamare, c’è ancora lo scambio di qualche parola con la complice, dopodiché interviene l’uomo per apostrofarla pesantemente («Brutta, vecchia p.....a vedova! ») e interrompere le comunicazioni.
La 52enne, intimorita anche dalla circostanza che, pur non essendo sui social e non avendo svolto necrologi online, la coppia di estranei fosse a conoscenza di un particolare così intimo, quale la morte del marito, peraltro mai accennata ai due, si rivolge alla Polizia e denuncia il fatto. Pure per tutelarsi da altre truffe, nel caso in cui sia usato il suo nome. –
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