La Triestina la spunta per 1-0 nel derby con la prima della classe Padova

Foto di Andrea Lasorte
Foto di Andrea Lasorte

TRIESTE Un derby che resterà nella storia. Una squadra fortissima e prima della classe battuta da una squadra incerottata e reduce dalla pandemia. Quella squadra si chiama Triestina: ordinata, semplice, concentrata e capace di capitalizzare l’ennesimo gol di Gomez sporcato da una mano. Se ci fosse stato il pubblico sarebbe stata un’apoteosi. Ma anche così c’è da gioire. La Triestina doveva giocare così e non poteva fare altro. Va dato atto a Pillon di aver saputo affrontare questo Padova con un centrocampo blindato e un Mensah brillante a sinistra. Tre punti meritati e pesanti. Anzi pesantissimi.

GLI ASSETTI Il tecnico Pillon presenta un assetto tutto nuovo: troppe le assenze tra infortuni e Covid per poter proporre il classico modulo con il trequartista alle spalle delle punte. Anche perché Sarno si è allenato poco e le alternative non ci sono. Quindi oltre ai quattro alfieri in difesa, con lo squalificato Lambrughi sostituito da Ligi, le novità sono a centrocampo. Senza Giorico e Procaccio l’allenatore si affida tre mediani Rizzo, Calvano e Maracchi con Mensah a sinistra. Davanti c’è la coppia migliore formata da Gomez e Litteri. L’emergenza porta in panchina i ragazzini Linussi, Cerrato, Chiavacci e Barone.

L’ASSENZA Il Padova capolista non ha certo problemi di uomini ma in fase di riscaldamento deve fare del suo faro Ronaldo. Mandorlini (uno dei tanti ex su ambo le sponde) schiera un altro pezzo da novanta come Halfredsson. Davanti il tridente Chirichò-Paponi-Firenze è tostissimo.

LA PARTENZA SOFT La linea di centrocampo a quattro dell’Unione è molto compatto a impedire le linea di passaggio dei patavini. Il gioco langue anche perché i biancoscudati comunque non accelerano anche se comandano il gioco. La capolista però tende a subire le folate di Mensah largo a sinistra.

L’OCCASIONE E proprio Davis sfonda su Germano al 15’, sul traversone arriva Rizzo che calcia bene ma il portiere Dini fa un miracolo per evitare una rete certa. Grande chance per gli alabardati ma ci sono anche i portieri. Dopo il pericolo scampato la squadra di Mandorlini alza un po’ il suo baricentro sfruttando le serpentine di Chiricò. Arrivano due conclusioni dalla distanza di Hraiech e Curcio che non impensieriscono Offredi.

IL PADOVA SALE Con il passare dei minuti gli ospiti prendono campo con il palleggio ma non affondano. Però la palla è sempre tra i piedi di Halfredsson e l’Unione fa fatica e resta in controllo. Ma all’ultimo minuto Lepore crossa teso da destra e l’intervento di Maracchi finisce fuori di poco. Comunque una buona Triestina con due occasioni all’attivo contro un avversario di calibro.

IL RIENTRO Il cliché al ritorno dagli spogliatoi non cambia. Anzi nei primi minuti la manovra dei padovani appare ancor più compassata rispetto alla prima frazione. Mandorlini chiede di alzare i pressing e Halfredsson esegue. La Triestina ha pochi spazi di manovra sui lati anche perché a sinistra Lopez deve stare attento all’intraprendenza di Chiricò.

I CAMBI Mandorlini non è soddisfatto e richiama Firenze per l’ingresso di Bifulco e Paponi con il bomber Biasci. Sono armi di cui Pillon non può disporre specie in questo periodo.

IL VANTAGGIO A sorpresa la Triestina passa in vantaggio. Lepore batte l’angolo da destra, in mischia devia il pallone Mensah e sul secondo palo Gomez trova la deviazione in angolino. Il Padova protesta prima per un presunto fallo di mano di Gomez sulgol, poi la reazione è veemente.

L’ASSEDIO Il tecnico della capolista mette benzina in campo con la punta Santini al posto di Halfredsson. Il Padova si riversa nella metà campo alabardata con quattro punte e al 27’ Offredi è bravo in uscita su Chiricò. La Triestina è stanca ma stringe i denti e cerca di gestire la forza d’urto dei padovani che tuttavia nel finale tendono a spegnersi.

IL FINALE Mandorlini fa altri due cambi, Pillon sta fermo anche perché la Triestina gestisce la situazione con relativa tranquillità.

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