La triestina Elisa “sposa” un’altra ragazza a Gorizia

La cerimonia domani a Gorizia in Borgo Castello sarà celebrata dal presidente della Provincia Enrico Gherghetta. L’atto non ha però valore legale
Di Francesco Fain
Two brides cutting wedding cake --- Image by © Ron Royals/Corbis
Two brides cutting wedding cake --- Image by © Ron Royals/Corbis

Non sarà un matrimonio “vero”. Non potrà esserlo perché la legge italiana non lo prevede. Ma c’è da scommettere che Perla Del Sole ed Elisa Langwieser faranno di tutto per renderlo il più possibile vicino e somigliante ad una cerimonia tradizionale.

Sì, il presidente della Provincia di Gorizia Enrico Gherghetta tornerà a presiedere domani una cerimonia per il “riconoscimento affettivo di coppia” di due donne. Si tratta della terza coppia che richiede all’ente isontino il rilascio del riconoscimento, previsto dal documento “Diritti civili per tutti”, approvato nel giugno 2012 con una deliberazione dalla giunta provinciale per contrastare l’omofobia e per il rispetto dell’orientamento sessuale. Perla Del Sole è nata a La Spezia l’11 aprile 1987 mentre la compagna Elisa Langwieser è triestina (nata il 24 ottobre 1988). La cerimonia per il riconoscimento del legame affettivo, che avverrà in presenza delle testimoni Annalisa Marchesi e Alice Langwieser, si svolgerà alle 11 in Borgo Castello.

Gherghetta, sin dal primo minuto, non ci vide alcunché di strano in tali iniziative che suscitarono commenti e critiche. Ripeté, e continua a ripetere, le parole che già ebbe modo esprimere nel giugno di due anni fa, quando si scatenarono le prime reazioni contrarie. «L’amore tra le persone è più forte di qualsiasi contratto, civile o religioso, e non può essere oggetto di discriminazioni. Ciò che non è ammissibile, oggi, in Italia, è la mancanza di diritti civili per coloro che non hanno un legame di coppia matrimoniale. In questa occasione, abbiamo reso noto i loro nomi su espressa indicazione delle dirette interessate. È chiaro che se, per un qualsiasi motivo, avessero voluto tenere nascosta la loro identità, lo avremmo fatto di buon grado, perché rispettiamo le loro volontà» spiga.

Ma in cosa consiste il riconoscimento del legame affettivo delle coppie formate da persone dello stesso sesso? In un’affermazione scritta (priva di qualsiasi valore legale) da consegnare alle coppie che lo richiedono. «Un riconoscimento che avviene durante un incontro tra la coppia richiedente e il presidente o un suo delegato, i quali poi lo sottoscriveranno», è uno dei passaggi-chiave di “Diritti civili per tutti”, una serie di azioni positive approvate a suo tempo dalla giunta provinciale di Gorizia in un atto amministrativo dall’oggetto piuttosto esplicito: “Contrasto alla discriminazione basata su orientamento sessuale e identità di genere”. Nello stesso documento dell’esecutivo goriziano si sollecita il Parlamento ad approvare «senza ulteriore indugio» una norma che estenda il diritto di sposarsi alle coppie di persone dello stesso sesso, equiparandole «in modo inequivocabile» alle coppie di persone coniugate e «riconoscendo alle stesse uguali diritti e doveri».

La giunta provinciale goriziana intende la decisione presa «soprattutto come una dimostrazione di grande sensibilità su questo tema da parte di una pubblica amministrazione che vuole rompere il muro di omofobia che spesso ha caratterizzato la cronaca del nostro Paese». La cosiddetta “affermazione” rilasciata dalla Provincia è gratuita e vi possono accedere tutti i residenti dell’Unione europea maggiorenni.

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