La Trieste-Opicina in pista coi suoi 101 anni di storia

Club dei Venti all’ora: sabato e domenica la rievocazione della gara che debuttò nel 1911. Da Porto Vecchio fino a Cividale

di Claudio Ernè

L’auto è in crisi, le vendite languono, molte fabbriche chiudono i battenti, ma c’è chi a Trieste non si rassegna e rilancia il mito della macchina, dei motori ruggenti, delle “staccate” al limite e dell’armonia e della sinuosità inimitabile delle carrozzerie d’un tempo. Il Club dei Venti all’ora, uno dei più antichi d’Italia in campo motoristico ha organizzato per sabato e domenica la rievocazione storica della Trieste – Opicina, la gara di velocità in salita che fu disputata per la prima volta nel lontano 1911. Cento e uno anni fa, quando il rombo dei motori iniziava la sua cavalcata trionfale alla conquista della velocità, delle strade bianche, dei selciati delle vie delle città e dei cuori di tanti appassionati. Una crescita travolgente che si è fermata qualche anno fa sull’onda della crisi, dell’imposizione sempre più severa di limiti di velocità, della saturazione progressiva di autostrade e statali, del costo crescente dei carburanti.

Tante prove di velocità in salita sono state costrette all’oblio, ma più di settanta appassionati hanno detto no all’inserimento della Trieste – Opicina nella valigia dei ricordi. Hanno rilanciato la sfida e hanno organizzato una manifestazione che in questo fine settimana si snoderà dal Porto Vecchio alle Cave Faccanoni, al carso triestino a goriziano, per raggiungere Cividale del Friuli, dove la bandiera a scacchi metterà fine alla due giorni di prove cronometrate, di slalom, di abilità ad affrontate curve e rettilinei nei tempi rigidi imposti dai cronometri elettronici tarati al centesimo di secondo.

Certo, nessun pilota potrà spingere l’acceleratore a tavoletta, nessuno dovrà superare i limiti imposti dalla segnaletica e dalle regole del Codice della strada. Ma sul percorso le Alfa Romeo, le Lancia, le Porsche, le Mercedes, le Renault Gordini, le Jaguar, le Abarth, le Maserati, le Osca, le Alpine cercheranno di rinverdire i loro fasti agonistici con staccate al limite e pneumatici che per l’attrito con l’asfalto gemono quando la vettura sta uscendo dalla curve.

«Sarà una gara di regolarità, non di velocità - spiega l’architetto Marco Rodda che, assieme a un buon numero di soci del Club dei Venti all’ora di cui è presidente, si è impegnato a organizzare questa rievocazione. Carte bollate, timbri, richieste, colloqui con le autorità cittadine e regionali. Ma anche contatti con gli appassionati che in numero ben più alto dei numeri di partenza, si sono fatti avanti chiedendo di partecipare. Il programma del club è ambizioso perché è già stata inserita nel calendario internazionale anche la Trieste - Opicina del 2013 che farà parte di un circuito di analoghe prove a livello europeo.

Si comincia sabato con le verifiche che saranno compiute a partire dalle 16 nell’area antistante la Centrale idrodinamica del Porto Vecchio, posta a pochi metri dall’appena restaurato Magazzino 26. Alle 19 il primo concorrente affronterà le prove di abilità poste sull’anello di quello che gli organizzatori hanno definito “Circuito del Porto Vecchio”. Nei due giri previsti i piloti dovranno rispettare il tempo dichiarato alla partenza. Non sono ammesse ricognizioni preventive.

Domenica le auto in gara si raduneranno in piazza Sant’Antonio - l’unica del centro città messa disposizione dal Comune – e inizieranno per partenze sul percorso storico della Trieste - Opicina. Poi via verso Sistiana, Monfalcone, il vallone, il Monte San Michele, Dolegna del Collio e Cividale. Questa parte del percorso è del tutto inedita e mira a coinvolgere nel trofeo intitolato a Mario Marchi anche appassionati d’auto d’epoca e classiche residenti nell’Isontino e nel Friuli. In sintesi una trasferta che negli anni in cui la Trieste – Opicina era una corsa di pura velocità in salita nessuno aveva ipotizzato. Alla rievocazione, che negli anni d’oro vide alla partenza anche Tazio Nuvolari, sono ammesse vetture costruite fino al 1992, in possesso del certificato dell’Automotoclub storico italiano, regolarmente immatricolate, revisionate e assicurate.

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