La trattativa dei regionali si arena sui buoni pasto
TRIESTE. Da 11,70 euro in busta paga a una più modesta quota di 8,09 euro, sempre lordi, per l’indennità di mensa. Oppure, si cambiasse metodo, un ticket del valore nominale di 7 euro. Anche in questo caso da tassare. La Regione gela i sindacati con due alternative al ribasso e il primo incontro sulle nuove regole della “macchina” di Palazzo si arena sulla questione dei buoni pasto per i dipendenti.
Fumata grigia Con la giunta che ha impartito l’input del risparmio, quello della mensa è un nodo da cui dipendono gli altri passaggi: dalla revisione degli orari alla distribuzione dei premi. La Regione vuole chiudere contestualmente tutti i problemi sul tappeto. «In tempi ragionevolmente brevi», dice l’assessore Paolo Panontin sottolineando l’obiettivo di servizi «più efficienti ed efficaci». Ma i sindacati preferiscono invece scindere istituti contrattuali e premi. E a fine riunione, nonostante la disponibilità della giunta sui premi, visto il nulla di fatto sul tema del pranzo parlano di «fumata grigia».
Spending review Sul piatto, da parte della Regione – rappresentata dal dg Roberto Finardi, dalla direttrice Antonella Manca e da Panontin – , due ipotesi di revisione dell’attuale trattamento, l’accredito in busta paga dell’indennità di mensa (che vale oggi 11,70 euro lordi), riservato ai dipendenti regionali a differenza dei colleghi di Province e Comuni che usufruiscono di ticket in formato cartaceo. La parte pubblica chiarisce che anche in Friuli Venezia Giulia si dovranno applicare le direttive nazionali del 2012 che impongono un tetto massimo di 7 euro. «Allineamento ineludibile», dice Panontin.
Le due proposte Una delle due proposte parla appunto di un “bonus” del valore nominale di 7 euro (con un costo a carico della Regione di 7,22 euro). «Ma non ci è stato specificato se si tratta di lordo o netto, differenza non di poco conto», fa sapere Maurizio Burlo (Uil), al tavolo tra gli altri con i colleghi Andrea Fumis (Cgil), Massimo Bevilacqua (Cisl), Paola Alzetta (Cisal). La seconda proposta è invece di mantenimento di un’indennità in busta paga, ma ridotta da 11,70 a 8,09 euro lordi. «Una chiara penalizzazione – rileva ancora Burlo – tenendo presente che la situazione vigente vede gli 11,70 euro trasformarsi in un netto medio di 6,80 euro per i non dirigenti e di 6,39 per i dirigenti. Senza trascurare il fatto che ci è parso di cogliere l’intenzione di ridurre i rientri pomeridiani da 4 a 2 alla settimana, con un ulteriore taglio rispetto al presente».
Lo scontro Il sindacato si è anche lamentato dell’assenza di documentazione da parte della Regione. «C’è stata solo un’informativa a voce. Vogliamo vedere le carte» hanno ribattuto le categorie insistendo sulla linea di voler separare il capitolo indennità di mensa e orario da quello dei premi.
I premi Su questi, almeno, sembrano non esserci problemi. Soprattutto perché i soldi ci sono dopo un “congelamento” di tre anni. Il totale è perfino superiore alle previsioni che parlavano di 6 milioni. Sommando i 452.762 euro del saldo 2011, i 2.050.000 precedentemente accantonati e i 4.805.735 stanziati nell’assestamento di bilancio, si arriva a 7,3 milioni. Un “tesoretto” che, nel rispetto dell’integrativo del contratto, beneficerà i regionali (dipendenti provinciali e comunali chiudono invece i conti anno dopo anno) con il recupero di quello che resta del 2011 e del biennio 2012-2013. Nel 2010 (e anche per gli anni successivi si viaggerà più o meno su quelle cifre) si andava da un tetto massimo di 672 euro per la categoria base, la A, ai 904 euro di un funzionario, categoria D, nel caso limite di raggiungimento del 100% degli obiettivi assegnati. Importi lordi annuali, poi tassati del 48%.
Le eccellenze Con ciò che resterà a disposizione e ulteriori risparmi si cercherà di ricostruire il fondo per i prossimi anni, fermo restando che il punto di riferimento, non superabile, sono i 2.800.000 euro di premi assegnati nel 2009. La Regione ha proposto di destinare per i prossimi anni circa il 10% delle risorse a favore delle eccellenze del pubblico impiego. In sostanza, un premio sul premio per i bravissimi.
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