La tragedia di Genova. «Un cambio turno mi ha salvato la vita»
TRIESTE. «Dovevo trovarmi in torre al posto di Maurizio Potenza». Bruno Prinz, marinaio piranese impiegato come telefonista nella torre piloti del porto di Genova, è scampato alla morte per una pura casualità: «Martedì, intorno alle tredici, il collega Maurizio mi ha telefonato a casa chiedendomi un cambio turno», ha spiegato ai microfoni di Sky con l’accento tipico della Venezia Giulia. Un accordo fra lavoratori, che ha evitato a Prinz di trovarsi nella torre martedì notte, nel momento del crollo.
Nato a Pirano quando la cittadina era ancora parte del territorio italiano, Bruno Prinz cominciò a navigare giovanissimo, mettendo le radici a Genova dopo il matrimonio. A Trieste, dove vive la sorella e ha vissuto la madre, è venuto molto spesso nel corso degli anni. Ieri si è ritrovato proiettato su tutti i media nazionali in qualità di testimone dell’incidente e della casualità che ha voluto che il suo nome non rientrasse nella lista delle vittime.
Nei minuti in cui Prinz veniva intervistato da Sky si era diffusa la notizia del ritrovamento di Potenza, ferito ma vivo. «Non so in che condizioni sia stato ritrovato», commentava Prinz. Nelle ore successive, purtroppo, quella notizia è stata smentita: Potenza non è sopravvissuto al crollo della torre e della palazzina.
Tra le vittime dello schianto c’è anche il comandante Michele Robazza: «Eravamo molto amici - ha raccontato Prinz -. Doveva passare da me per portarmi dei limoni che crescono in un albero nel suo giardino. Martedì sera ho parlato con lui per l’ultima volta: gli ho telefonato per chiedergli se potevo passare a prendere i limoni lì alla torre. Michele era un amico, un fratello».
Prinz ha mostrato alle telecamere le chiavi d’ingresso della torre piloti. Tutto quel che gli è rimasto del luogo in cui ha lavorato tanti anni. «Là sotto è rimasta anche una fotografia di me e mia moglie assieme quand’eravamo giovani. Ora resta soltanto il ricordo».
Il marinaio non vive lontano dal porto: «Da casa abbiamo inteso un forte boato, come un tuono - ha raccontato -. Mia moglie si è chiesta se fosse stato un temporale, un tuono. Io ho pensato potesse essere un terremoto».
Ieri mattina Prinz ha scoperto la causa del rumore su internet: «All’inizio pensavo che ci fosse un virus sul portale delle notizie», poi consultando altri siti Prinz ha scoperto che l’incredibile era avvenuto per davvero.
L’uomo ha confermato anche un’altra coincidenza giunta ad aggravare la tragedia: «Quelli della Guardia costiera cambiano il turno alle 23 - ovvero al momento dell’urto -. A quell’ora si trovavano in torre i montanti e gli smontanti».
Prinz non si è sbilanciato sulle dinamiche dell’incidente: «Ho navigato una vita, da 18 anni fino a 60: le manovre sono sempre imprevedibili. Da quel che mi risulta manovre del genere erano già state fatte in precedenza». Il porto pero è troppo angusto, anche a causa di lavori in corso: «Le navi sempre più grandi e il porto sempre più piccolo. Il canale Sanpierdarena è troppo piccolo. Ma nessuno si aspettava una cosa simile».
La sorella di Bruno Prinz, che vive a Trieste, racconta: «Quando ho letto la notizia mi sono spaventata, non sapevo cosa fare. Bruno è comprensibilmente sconvolto. Per fortuna non era lì. Anche se è terribile pensare cosa stanno provando le famiglie di quelle persone scomparse da un momento all’altro».
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